La Grande Speranza del pugilato italiano: Dieci domande a Fabio Stone Crusher Turchi

Ciao Fabio e grazie per aver accettato l’intervista.

Ti presento brevemente per il pubblico di MMA ARENA:

Fabio Turchi nasce a Firenze il 24 luglio del 1993. Figlio di Leonardo, ex campione italiano dei mediomassimi, si può dire che abbia imparato prima a tirare il jab e poi a dire mamma e papà. Debutta nel pugilato a 15 anni, dando inizio ad una stellare carriera nei dilettanti, che lo porta ad imporsi subito come il miglior italiano della sua generazione. Nel 2010 partecipa ai mondiali giovanili, vincendo la medaglia di bronzo e alle Olimpiadi giovanili, vincendo l’argento. Purtroppo il miope staff della Nazionale Italiana si preoccupa più di tutelare i privilegi acquisiti che non di coltivare talenti emergenti. Per questa ragione Fabio si trova sbarrata la strada per il sogno olimpico di Rio, e decide di passare professionista fermando il record da dilettante a 108 vittorie su 115 incontri, di cui la maggior parte in prestigiosi tornei internazionali. Una grande perdita per il pugilato dilettantistico, ma anche una grande occasione per la vera boxe, quella dei Pro. Fabione infatti è il primo atleta dopo le olimpiadi di Atene 2004 a passare professionista così giovane. Prima di lui purtroppo i migliori son rimasti in Nazionale a vita, preferendo lo stipendio sicuro dei gruppi sportivi ai rischi presenti nel mettersi in gioco da professionista. In due anni colleziona 13 vittorie in altrettanti incontri. Di cui 10 per KO. Un titolo italiano vinto e mai difeso per mancanza di avversari disposti ad affrontarlo, un titolo WBC Silver e soprattutto la chiamata negli USA alla corte del grande Evander Holyfield. Il suo prossimo impegno sarà l’assalto al titolo dell’unione europea sul ring amico del Mandela Forum di Firenze, il 2 febbraio

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Fabio con la cintura di campione italiano. Titolo per il quale nessuno sfidante si è fatto avanti  dal dicembre 2016.
  1. Fabio, sei stato il primo dopo diversi anni ad avere il coraggio di lasciare i gruppi sportivi e lo stipendio fisso passando professionista. Cosa ti ha convinto e cosa suggeriresti oggi ai giovani della nazionale.                                                                     Nessuna proposta esterna, anzi tutt’altro: quando ho annunciato il mio passaggio tra i professionisti abbandonando Esercito e Nazionale sono rimasto solo e la gente a giro mi chiedeva se avessi perso il cervello. L’ unica è stata la mia fidanzata, e qualche persona a me stretta tra cui il grande M° Alessandro Boncinelli, che ascoltando le mie ambizioni e la mia volontà mi hanno aiutato a fare questo grande passo che ha cambiato la mia vita in modo nettamente positivo. Sinceramente ai giovani della Nazionale ho poco da consigliare se non di inseguire sempre i propri sogni e non precludersi nessun’ obiettivo, perché i sogni sono fatti per essere realizzati.

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    La vittoria di Fabio Turchi nel suo debutto USA per la promotion di Evander Holyfield
  2. Concedici un pò di gossip, la tua compagna è la nota Kickboxer Paola Cappucci, com’è dividere la vita sentimentale con un’altra fighter? Vai ai suoi incontri, vi allenate insieme, controllate il peso insieme o lasciate che queste cose restino fuori dalla vostra vita di coppia?                                                                                                    Mi ritengo fortunato ad avere accanto a me una persona intelligente come Paola, che prima di essere una grande campionessa è sopratutto una grande Donna. Con lei condivido tutto quello che è inerente al nostro sport e questo sicuramente è un grande vantaggio per entrambi.fabio e paola
  3. Seguendoti sui social media abbiamo avuto modo di vedere che ti sei allenato con diversi atleti italiani di MMA, fra cui Vettori e Schiavolin. Visto che si è tanto parlato del confronto fra boxe ed mma, come trovi il loro livello da un punto di vista strettamente pugilistico? E’ vero che utilizzano distanze e traiettorie inusuali che possono essere difficili da leggere per un pugile puro o come dice qualcuno “perderebbero da un buon terza serie?”                                                                                  Mi sono allenato con Vettori, Schiavolin, Cappelli e Zanko. Premetto che sono due sport diversi e quindi confermo che per un pugile non è facile trovarsi a proprio agio. Mi fa molto comodo misurarmi con atleti di arti miste perché posso ampliare le mie esperienze sul ring e con questo li ringrazio per la preziosa collaborazione…Spero di aggiungere alla mia lista di compagni di allenamento anche il grande Alessio Sakara.

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    Fabio Turchi in allenamento con Mattia Schiavolin al Khalid Fight Team
  4. Ovviamente sei concentrato sulla tua carriera di pugile e quindi difficilmente ti vedremo competere in altri sport, ma in allenamento hai mai provato a tirare di Kick o di MMA?                                                                                                                         Ho provato per divertimento a tirare qualche calcio di Kick ma non mi sono mai cimentato nelle Mma.
  5. Ti abbiamo visto come spettatore al Bellator a Firenze, nello stesso palazzetto in cui tu tenterai il titolo. Secondo te oggi cosa manca al pugilato professionistico italiano per creare eventi di quella portata?                                                                                          Penso che manchino le persone adatte per fare il salto di qualità. Il popolo pugilistico italiano non vuole rinnovarsi ma preferisce rimanere attaccato al vecchio sistema controllando solo il proprio orticello, questo è un dato di fatto emerso anche alle ultime elezioni federali. Credo che sarebbe opportuno investire in professionisti del settore e unire le forze con gli altri sport da combattimento per organizzare spettacoli degni. La manifestazione di Oktagon/Bellator dovrebbe essere presa come spunto da tutti per porsi anche qualche domanda.
  6. Come è composto il tuo staff? Hai preparatore atletico, nutrizionista, qualcuno che lavora sugli aspetti mentali, un altro per la parte tecnica, o lavori solo con il maestro? Come si svolge la tua preparazione?                                                                    Il mio team è composto da una parte tecnica con il prepatore atletico e il Maestro, una parte burocratica con i miei legali e infine ho un nutrizionista, un fisioterapista e ho collaborato anche con un mental coach.
  7. Chi erano i tuoi idoli da bambino? Oltre al grande Leo Turchi, ovviamente.                  Da piccolo amavo giocare alla play 1 con il videogame sul pugilato e il mio pugile preferito era Holyfield perché aveva i pantaloncini viola come la squadra di calcio del mio cuore la Fiorentina. Nel crescere ho sempre ammirato, fino a farne il mio preferito, Giacobbe Fragomeni sia come pugile che come personaggio.
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    Percorrere la strada insieme: Fabio con il maestro Leonardo Turchi

     

  8. Nella tua categoria è in corso il torneo fra i migliori sei al mondo, formula interessantissima che speriamo vivamente venga estesa anche alle altre categorie. Chi vincerà secondo te? C’è qualcuno che ti piacerebbe affrontare per qualche ragione particolare?                                                                                                                    Credo che vincerà Usyk. Sogno di prendere parte a questo torneo e affrontare il pugile ukraino, a mio avviso il cruiser più forte del mondo, sarebbe eccitante!
  9. Quale è stato il tuo match più duro? A parte quello con me ovviamente 😀                    Abdulkadir Abdullayev pugile azero che ho affrontato nel primo match delle Wsb nel 2015 è il pugile più pericoloso che ho affrontato nella mia carriera.

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    Turchi vittorioso ai punti contro Leveque nell’ottobre 2010
  10. Dicci perchè è importante venire il due febbraio al Mandela Forum per il tuo match  Il 2 Febbraio oltre a essere un grande match sarà un bellissimo spettacolo, una serata diversa dalle solite. Sogno un Mandela Forum tutto pieno! Sostenetemi!

 Grazie mille Fabio, il 2 febbraio saremo a Firenze per vederti conquistare il titolo!turchi

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