La tecnica ha prevalso sulla forza bruta

Affrontando uno degli striker più temuti nella divisione dei pesi massimi, Curtis Blaydes non ha voluto rispondere al fuoco col fuoco. Ha fatto prevalere il suo wrestling nella vittoria contro Mark Hunt e l’esito ha fatto “infuriare” la folla che tifava l’idolo locale.

Nel primo round Blaydes sembrava sul punto di essere un’altra vittima del KO del super samoano, ma è riuscito a sopravvivere e a portarlo a terra.

Nell’intervista post match spiega il suo game plan, che è andato come previsto:

“Questo è stato il mio game plan. Non sono uno sciocco. Non avevo intenzione di stare in piedi a provare di colpire Mark Hunt così che poi lui poteva staccarmi la testa. Questo è sempre stato il game plan. Sono un wrestler migliore, perché non usarlo? Sapevo che usare il wrestling sarebbe stato meglio che stare in piedi sul suo campo di battaglia. Volevo condurre io i giochi. In piedi lui è un leone; a terra io sono uno squalo. Volevo trascinarlo in acque profonde. Questo è quello che ho fatto. Quando mi ha tirato quei colpi pesanti, mi ha decisamente scosso. Ho visto nero per un attimo, due secondi, e ho sentito il mio angolo gridare ‘takedown’. Da lì, ho capito che avrei dovuto continuare con i takedown. Sapevo che lo avrebbero sfiancato e mi avrebbero aiutato ad ottenere la vittoria.”

Blaydes adesso ha vinto tre incontri di fila (escludendo la vittoria tramutata in no-contest per essere risultato positivo alla marijuana) ma non ha chiamato nessuno in particolare, ha solo detto di voler combattere contro qualcuno della top 5 possibilmente a UFC 225 che si svolgerà nella sua città natale, Chicago.

Per quanto riguarda la sua attuale posizione nei ranking #9, dà una sua opinione personale sui progressi suoi e dei suoi coetanei:

“Credo che ogni divisione abbia dei cicli generazionali. Avevamo Frank Mir, Brock Lesnar, Alistair, tutti questi sono vicino alla fine, alcuni sono già andati, poi ci sono quelli come Roy Nelson e Josh Barnetts, che sono ancora in giro. Ma credo che è tempo per la nuova generazione di andare lì e farsi un nome.”

Insomma è proprio il caso di dire che ancora una volta la tecnica ha prevalso sulla forza bruta, sopratutto considerando la categoria di peso di questi due atleti.. dai pesi massimi ci si aspetta sempre e solo “botte”, ma Blaydes ha dimostrato che si può combattere con intelligenza e furbizia. Certo, nulla toglie alla bravura di Mark Hunt che aveva già anticipato che probabilmente, una volta terminati i match previsti dal contratto, terminerà la carriera in UFC (con cui ha avuto e ha tuttora non pochi screzi).