Mike Perry ha imparato dai propri errori

Ci possono essere diversi punti di vista: per alcuni un periodo in prigione può essere un punto di non ritorno, per altri può essere un’esperienza costruttiva.

È il caso del fighter UFC Mike Perry che nel 2011 si è fatto sei mesi di carcere: aveva 19 quando, con un paio di complici, ha tentato una rapina a mano armata in casa di un suo vicino di casa.

Platinum racconta come ha vissuto quell’esperienza, che è stata sia positiva che negativa:

“La migliore e allo stesso tempo la peggiore esperienza della mia vita, devo dire che mi ha cambiato la vita. Era come una scuola per teste dure. Ci sono due modi per affrontarla. O impari o non impari. Stavamo guidando in giro e ho scelto quella casa perché sapevo che qualcuno ci abitava. Quella era una bella casa a due piani in un quartiere decente e ho pensato che probabilmente avevano bella roba e molti soldi quindi chiunque ci abitava doveva avere qualcosa, e così abbiamo fatto.”

Il piano era entrare, prendere qualcosa e poi uscire.. ma sfortunatamente per Perry e i suoi amici, c’era qualcuno in casa e hanno dovuto rinunciare all’impresa non prima però di essere circondati e beccati da alcune macchine della polizia chiamata dal vicinato.

Perry è stato inizialmente condannato a due anni di arresti domiciliari e due di libertà vigilata. Ha fatto un anno e mezzo finché non ha violato i termini fallendo un test antidroga, il che lo ha portato a finire di scontare la pena in carcere. Una volta dentro, si è reso conto di cosa fosse la mancanza di libertà:

“Questa è una delle parti più dure, quando sei affamato e non puoi uscire e andare in un negozio a comprare del cibo. E non puoi usare il bagno da solo. Ci sono 20 gabinetti e 20 docce e non puoi farti la doccia per conto tuo.”

Capitava anche che alcuni detenuti venissero trasferiti da una struttura a un’altra, e trattati malamente:

“Una volta ero con altri tre detenuti e ci hanno messo in una specie di camion. C’era un muro di metallo di fronte alla faccia e io stavo seduto accanto a quei tre ed ero incatenato, poi hanno chiuso la porta ed era tutto buio.”

Alla fine Perry ha deciso di utilizzare il tempo rimanente per entrare in un gruppo di lavoro, grazie al quale poteva uscire quattro volte a settimana. Allora aveva già un po’ di esperienza in incontri amatoriali di mma e col suo caratterino sentiva che sarebbe diventato un fighter:

“Penso di aver sempre saputo che sarei diventato fighter. Mi allenavo qualche volta e picchiavo le persone quindi ho pensato che sarei diventato un fighter professionista un giorno. Ma quando realmente entri in quell’ambiente, e ti applichi seriamente, è tutta un’altra storia.”

Due giorni dopo essere stato rilasciato, Mike Perry ha iniziato a lavorare in una palestra di UFC e la sua crescita per arrivare dove è ora è stata rapida: a 26 anni ha un record di 4-2 in UFC.

Platinum apprezza dove la vita lo ha portato e non ha alcuna intenzione di commettere gli stessi errori del passato:

“Sento che quello è passato ormai. Non c’è alcuna ragione per me ora di tornare in prigione perché voglio essere una brava persona. Sto cercando di non fare niente di sbagliato, sto cercando di non far del male a nessuno fuori da qui a meno che non firmano il contratto e a quel punto io intratterrò migliaia di fan in televisione. Prima ero solo un bambino stupido che non sapeva cosa faceva.”