Circa 3 anni fa due ragazzi che commentavano insieme a me in alcuni gruppi di appassionati di MMA e sport da combattimento mi contattarono per propormi di creare insieme a loro un gruppo dove poter liberamente scambiare opinioni su fighter ed eventi. Così è iniziato il mio meraviglioso e paradisiaco viaggio nel lato oscuro delle MMA ovvero la vischiosa parte “giornalistica” del nostro sport preferito.
Perchè vischiosa? Perché dopo pochi mesi mi cominciai ad accorgere di quanto fosse difficile muoversi in questo mare di eventi, sigle, fighter, coach, manager, maestri, all’amatriciana dove tutti parlano di Onore e Rispetto ma in pochissimi potrebbero permetterselo.
La vita del blogger me la immaginavo serena, felice, piena di lauti guadagni (generosamente finanziati dagli addetti ai lavori entusiasti di sostenere un servizio utile a loro) colma di ragazze ring desiderose di una recensione favorevole e biglietti omaggio bordo gabbia per UFC magari anche con invito al buffet.
Niente di più lontano dalla realtà ovviamente, di guadagni non se ne parla (ed è anche giusto così) di ragazze ring manco l’ombra e gli inviti al buffet restano una chimera (come anche i biglietti ufc in effetti). Dopo due anni come blogger posso dire di aver speso un mucchio di soldi (spostamenti e trasferte con cadenza settimanale in ogni angolo d’Italia), tempo (giorni di ferie, permessi e ovviamente tempo con la famiglia) e essermi fatto una notevole schiera di “nemici” virtuali, tutto per un Hobby.
Lo spunto per questo articolo nasce proprio dai “nemici virtuali” che ogni buon blogger accumula se fa bene il suo lavoro. La libertà di stampa di chi si cimenta nell’informazione del settore MMA e Sport da combattimento è pesantemente minata dal modo in cui scrive.
Quando le MMA ancora non esistevano e si parlava di extreme figthing e combattimenti di Vale Tudo esisteva un solo glorioso blog “Fight or Die” unico a seguire questo assurdo mondo e a presentare gli atleti (quelli veri, non gli esordienti o gli 0-1 che vivono di selfy su FB e credono di essere Conor McGregor o Ciccio Ronda), all’epoca essere contattati da fight or die e venire citati in un suo pezzo era motivo di orgoglio per chi nelle gabbie il culo lo metteva senza inseguire una notorietà fittizia basata sui like.
Oggi le cose sono molto diverse e ad un solo unico e serio blog sono seguiti decine di siti, pagine e gruppi che cercano di fare informazione in modo più o meno professionale su quest’ambiente. Chi scrive, nella maggior parte dei casi, lo fa mosso solo da passione e amore per queste discipline, motivo per cui dà parecchio fastidio quando si viene strumentalizzati.
Ogni blogger infatti è libero di scrivere tutto quello che vuole purchè PARLI SEMPRE BENE DI TUTTI, muovere una critica o far notare delle mancanze è considerato REATO da organizzatori, fighter e addetti ai lavori che diciamo “la prendono sul personale” con una certa facilità. Parlare di un evento in termini troppo positivi è altresì indice di un evidente interesse (soldi? donne? droga? abbonamenti a youporn?) e quindi rende il blog al servizio di “qualcuno” (non si capisce bene di chi).
Facciamo un esempio: noi nella nostra breve storia di blogger siamo stati etichettati come leccaculi di Dandi (che addirittura io ho bannato dal mio profilo personale giusto per dirvi quanto mi è simpatico), leccaculi di Di Blasi (evidentemente si ha memoria corta sul nostro “famoso” articolo Firenze: l’amaro in bocca.. dove parlavamo dell’evento oktagon non proprio in maniera entusiastica), leccaculi del Magnum (dopo un solo articolo di presentazione dell’evento a cui seguirono diverse discussioni non proprio a favore della manifestazione), leccaculi dei Legio’s (con cui non abbiamo alcun rapporto dopo che non siamo riusciti a partecipare ad un loro evento), Nemici della patria e blog di regime (da un noto team romano che era dotato pure di un blog effettivamente di regime e che non gradiva i nostri articoli sulla nazionale figma dilettanti). Senza contare le tonnellate di merda gettate quotidianamente da “colleghi” di altre testate o i messaggi risentiti e arroganti di coach a cui abbiamo sbagliato il nome del team in un pezzo o atleti con record risibile non nominati e incensati in un evento di serie z.
Numerosi anche gli atleti che passano con facilità da “sei un grande massimo rispetto siete fantastici, seguo solo voi” a “ma come vi siete permessi di scrivere certe cose, siete degli incapaci, ecc ecc” non appena un articolo diventa appunto “critico” e non si limita a dire quanto sono bravi e promettenti.
Ad altri è andata peggio e si è addirittura passati alle minacce personali. Recente il caso di un giovane blogger che si è visto minacciato via audio da un sedicente finanziatore di un nuovo circuito. Ascoltare quell’audio rende un’idea di cosa certa gente si aspetta dai blogger..
Altra risposta coatta data spesso ai blogger con spirito critico è “SE NON SAI FARE NON DEVI CRITICARE” oppure “parli tu che il culo in gabbia non lo hai mai messo” ecc. ecc. Ma che senso hanno frasi del genere? Io (che il culo l’ho messo in gabbia, sul tatami, sul ring e ovunque si potesse gareggiare) posso dire che un incontro è deludente o oggettivamente sbilanciato o semplicemente brutto ma un Tudor, un Perfigli o un Bongiorno o un Macchetta (scusate la citazione colleghi) no perchè non sono mai stati atleti pro?? Se vado al cinema e vedo un film di merda lo posso dire solo se ho studiato recitazione? Se un piatto fa cagare lo può dire solo Cracco perchè lui sa cucinare?? Ma che discorsi sono?
In un nostro recente articolo abiamo criticato (ancora) la politica relativa alle MMA di Fight1, Carlo Di Blasi (che di mestiere fa l’avvocato non l’ortolano) non ci ha minacciato di spazzarci via o augurato di morire male ma ha preso il nostro pezzo e ha risposto con una lettera aperta dando la sua versione e definendo perchè la politica di fight 1 non cambierà. Ovvio non ci aspettiamo che tutti quelli che critichiamo ci rispondano con una lettera aperta, basterebbe saper accettare una critica (specie se fatta in buona fede) e non diventare infantili con minacce audio ad esempio.
Non si può piacere a tutti e avere tanti like non è indice di nulla (anche i programmi di Barbara D’urso fanno ascolti record ma non è sinonimo di tv di qualità né di spettatori intelligenti). La libertà di esprimersi (educatamente e rispettosamente) è un valore importante specie al giorno d’oggi e specie in uno sport come il nostro.
Mi auguro che sempre più blogger comincino ad analizzare eventi ed atleti con giusto spirito critico e rispetto e che gli stessi addetti ai lavori comincino a capire che dare addosso a chi si occupa di loro dando visibilità e promuovendo di fatto le loro manifestazioni meriti lo stesso rispetto.
“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo“
Evelyn Beatrice Hall (non Voltaire)
omae wa mou shindeiru