Il campione del mondo WBC dei pesi massimi, Deontay “the bronze bomber” Wilder, sta cercando in tutti i modi di far parlare di se per arrivare al match di unificazione con Joshua. Qualche settimana fa ha dichiarato che avrebbe facilmente battuto Tyson e tutti i pugili di quell’epoca, scatenando i commenti dei nostaglici e degli analisti da tastiera, quelli che magari pensano che Joe Louis avrebbe battuto entrambi i Klitschko nella stessa serata. Non contento, ha aspettato il primo aprile per dichiarare che vorrebbe un cadavere nel suo record. Una dichiarazione delirante, del tipo “quando sono sul ring sono il bombardiere di bronzo, e il bombardiere è pazzo, non ha sentimenti verso l’avversario, vuole un morto.” Ecco, questo tipo di dichiarazioni, negli anni 80 e 90, mandavano in visibilio i tifosi di Tyson. Ricordiamo uscite tipo “io colpisco il naso, cercando di romperlo e mandare i frammenti nel cervello” oppure rivolto a Lewis “ucciderò i tuoi figli”. A Tyson il pubblico perdonava queste uscite, anzi le apprezzava, tanto che il pugile di Brooklyn ha continuato a vendere ppv e riempire palazzetti anche nell’imbarazzante crepuscolo della sua carriera, quando perdeva da pugili mediocri come Danny Williams e Kevin McBride o batteva autentici bidoni come Savarese e Nielsen per arrivare a sfidare Lennox per il titolo. Oggi invece Deontay Wilder, per una frase cretina detta il primo di aprile, rischia di essere messo sotto inchiesta dalla WBC e viene messo all’indice da tutti i benpensanti. Stiamo ai fatti. Wilder ha fatto una uscita infelice. E ancora peggio, non ha fatto nessuna rettifica o smentita, ha lasciato parlare la gente. Quindi ora per molti è il cattivo, il potenziale assassino. Ma Deontay Wilder è anche altro. E’ un uomo che al college sognava di giocare a football o a basket. Era in entrambe le squadre. Poi gli è nata una figlia con una grave forma di spina bifida. A 20 anni ha iniziato a fare il pugilato. Nel 2005. Nel 2008, dopo 3 anni, era alle olimpiadi di Pechino. Questo significa che aveva vinto i durissimi trials statunitensi per entrare in nazionale. Ha vinto la medaglia di bronzo, fermato da Clemente Russo che era alla seconda olimpiade e aveva oltre 150 incontri all’attivo. A novembre del 2008, debutta da professionista, mentre ad esempio il nostro Russo è ancora dilettante e punta alla quinta olimpiade a Tokyo. Combatte sette match nel 2009, un ritmo notevolissimo per un peso massimo. Nel 2012 il primo titolo. Nel 2013 batte l’ex campione mondiale Sergey Liakhovic. Nel 2015, con un record di 28 vittorie tutte prima del limite, affronta Stiverne per il mondiale WBC. Vince con larga decisione unanime. Ad oggi, quello è l’unico match in cui Wilder è arrivato ai punti. A novembre 2017, nella rivincita con Stiverne, si è imposto per ko alla prima. Nell’ultimo incontro ha battuto il pericolosissimo e talentuoso mancino cubano King Kong Ortiz. Proprio in quest’ultimo match Wilder ha dimostrato di saper soffrire e di poter emergere ala distanza con l’impressionante potenza di cui è dotato. Altra cosa da notare, Wilder non si è mai tirato indietro. Aveva firmato per affrontare Povetkin, avversario pericoloso ed evitato da tutti, e il match saltò per la positività del russo a uno steroide anabolizzante. Anche il primo match con Ortiz saltò per una squalifica del cubano. Wilder afforntò Stiverne nella data prevista per Ortiz e poi il cubano alla prima data utile dopo la sua squalifica. Avrebbe potuto benissimo lasciar perdere Ortiz dopo la squalifica, e uscirne bene, invece ha comunque affrontato un rivale con cui nessuno voleva avere a che fare. Insomma, una carriera di tutto rispetto per un atleta che dovrebbe affrontare ora Joshua o Fury per consacrarsi definitivamente. Nella sua vita privata ci sono un paio di ombre. Una denuncia per violenze domestiche da parte della ex moglie, poi ritirata, e una lite con due giornalisti che erano andati ad intervistare la moglie e lui pare avesse scambiato per ladri. Anche in questo caso la denuncia fu ritirata. Memorabile invece l’umiliazione inflitta al cretino che lo trollava su internet insultando la figlia disabile. A un certo punto il keyboard warrior si presentò nella palestra del campione, e subì la dovuta e giusta punizione. Wilder vs leonedatastiera Il nostro invito è quello di non giudicare Wilder per una gestione stupida e probabilmente controproducente della comunicazione, ma di valutare l’atleta per quello che è, un campione dei pesi massimi, imbattuto, con un record di 40 vittorie di cui 39 prima del limite. Tecnicamente può piacere o meno, il personaggio può piacere o meno, ma i numeri parlano, e se ne fregano delle opinioni. Godiamoci i suoi match. Nello sport oggi più che nel passato servono marketing e PR per far parlare di se ed arrivare ad avere i match importanti, e poi a vendere meglio questi match. Wilder si sta costruendo il personaggio da cattivo per andare contro il “buono” Joshua. Evidentemente si è deciso che il superfight verrà venduto in questo modo. A noi personalmente interessa il giusto, siamo più interessati ad avere la conferma e la data ufficiale, si parla di quest’estate, e a vedere un bell’incontro sul ring fra il picchiatore Wilder e il tecnico Joshua. Due colossi di due metri con le mani pesanti e i fisici statuari. Vi saluto con un video dei suoi migliori KO Deontay Wilder Knockouts