Da qualche anno a questa parte si sta facendo strada un atleta che incuriosisce e intrattiene il pubblico presentandosi sul ring mascherato, il divertimento è poi seguito da ammirazione una volta che lo si vede in azione visto lo stile aggressivo e spettacolare che lo accompagna
Enrico “The Fog” Carrara ad oggi è uno dei migliori kickboxer nazionali, in un periodo di tempo relativamente breve è passato per i migliori gala collezionando parecchie vittorie prestigiose, come quella recente a Bellator.
Abbiamo deciso di conoscerlo meglio con una lunga chiaccherata:
MMA ARENA: Presentati un po’ per farti conoscere e descriviti caratterialmente. Cosa fai a parte il fighting?
Enrico: Mi chiamo Enrico Carrara, ho 25 anni e abito a Pisa. Se ti dovessi descrivere il mio carattere, sicuramente un difetto che ho è che sono abbastanza testardo (magari è ambivalente, cioè può essere una cosa sia positiva che negativa), mentre un pregio è che mi piace essere perfezionista nelle cose che faccio, come negli allenamenti. Nella vita oltre ai combattimenti, alla muay thai e la kickboxing, sto completando l’ultimo anno di specialistica in psicologia nella facoltà di Firenze. La triennale l’ho fatta in psicologia clinica, mentre gli altri due anni di specialistica li sto completando in psicologia del lavoro e delle organizzazioni.
MMA ARENA: Come e quando hai iniziato ad avvicinarti agli sport da combattimento? Chi sono stati i tuoi maestri nel tuo percorso? Quando ti sei reso conto che era più di una semplice passione?
Enrico: Ho iniziato a 17 anni, alle superiori c’era un ragazzo che andava alla scuola di arti marziali Fragale ed ero un po’ attratto, volevo vedere com’era questa palestra. Il primo maestro che ho avuto è stato Federico Fragale, che fa principalmente kickboxing. Nel giro di due anni avendo cambiato palestra per varie problematiche che ci sono state all’interno, sono andato da Stefano Giannessi, che era il bidello della scuola mia, e reputo che il mio primo maestro sia lui, la vera figura di maestro, tutto quello che comporta anche di crescita interiore e crescita nella vita in generale me l’ha dato lui. Ho iniziato ad andare da Stefano, abbiamo iniziato piano con qualche gara di contatto pieno. Stefano da settembre si è trasferito in Sardegna e hanno preso in mano la palestra Simone Benedettini, che ora è il mio maestro, insieme a Marco Giglio e Matteo Iachella: stanno facendo un ottimo lavoro, nonostante ci siano tanti iscritti e tanti agonisti, si impegnano veramente tanto.
Mi sono reso conto che era più di una semplice passione quando ho iniziato a combattere senza protezioni, è stata una sensazione indescrivibile: mi è piaciuto tutto. Il fatto di apprezzare ogni singolo istante mi ha fatto capire che probabilmente era quello che mi piaceva fare.
MMA ARENA: C’è qualche altro sport che ti piace e che segui? Hai altri hobby al di fuori dello sport?
Enrico: Seguo abbastanza il calcio – che ho praticato quando ero bambino, poi ho smesso per un infortunio – anche se non mi interessa più di tanto, soprattutto le mma e il pugilato.. sempre sport da combattimento insomma. Io prevalentemente ho fatto match di muay thai, solo ultimamente sto combattendo di K1 sia per trovare più match e sia perché i gala più importanti sono di K1. Altri hobby.. mi piace viaggiare e scoprire culture nuove e usanze diverse, poi mi piace leggere libri che riguardano ipnosi, mental training, che sono collegati a quello che vorrò fare quando finisco l’università sperando di trovare la strada più idonea perché la figura del mental coach non è molto sviluppata in Italia.. però bisogna essere sempre positivi. Poi sono un grande appassionato di film horror, in particolare col mio vecchio maestro Stefano Giannessi, che mi ha trovato il soprannome di “the fog” che è preso da un film degli anni 80. La particolarità è che ogni volta che faccio l’entrata in un match, entro sempre con una maschera diversa di un film horror.
MMA ARENA: Il mental coach è una figura che si sta affermando negli sport da combattimento, non senza fatica. Qual è il valore aggiunto che ti può dare un mental coach, secondo te?
Enrico: Come valore aggiunto secondo me, a parte il lavoro introspettivo (conosci maggiormente te stesso, il tuo grado di autostima, la tua consapevolezza interiore), ti aiuta ad abituarti allo stress della gara. Ci sono delle tecniche, che si chiamano “stress inoculation training”, che si basano su questo principio: immaginare il momento della gara, il momento del combattimento, la prestazione ottimale. Sicuramente a livello generale, porta una maggiore consapevolezza sul potere della mente perché ad alti livelli fisicamente sono tutti preparati, bene o male c’è un’equivalenza: l’aspetto mentale è quello che fa la differenza secondo me. Quello che potrei portare io in più come persona, invece, è il fatto che faccio l’atleta e ho avuto delle esperienze quindi posso immedesimarmi ancora di più nella situazione.
MMA ARENA: Se non fossi un kickboxer, che cosa faresti?
Enrico: Sicuramente completerei gli studi come adesso, ma un’altra cosa che mi piace fare è cucinare, quindi se non facessi questo sport e non fossi un atleta coltiverei questa passione.
MMA ARENA: Qual è il tuo record attuale e quali sono stati i tuoi successi migliori?
Enrico: Ad oggi ho 45 match all’attivo, 40 vinti (18 KO), 3 persi e 2 pareggi, quasi tutti di muay thai (e la maggior parte senza gomitiere, cosa difficile in Italia perché spesso i promoter vogliono che si utilizzino le gomitiere nella speranza che il match duri per tutti i round). Nel 2015 ho vinto il titolo italiano combattendo a Savona. Nel 2016 sono stato ai mondiali WMF a Bangkok vincendo la medaglia di bronzo. L’anno scorso ho partecipato agli europei IFMA a Parigi arrivando terzo, ho difeso il titolo italiano contro Luca Lombardo in Sicilia e ho vinto Thai Boxe Mania e Thai Fight. Quest’anno ho partecipato ad Oktagon pareggiando contro Djibril Ehouo, ho partecipato a Bellator 196 a Budapest vincendo per KO dopo 1:10” del primo round contro un ungherese. Sono tornato da poco dal Messico, in cui ho fatto i mondiali IFMA arrivando terzo: ho vinto ai quarti, poi sono arrivato in semifinale e ho perso contro un bielorusso.
MMA ARENA: Come affronti i tuoi match? Hai una routine che non cambia indifferentemente da chi devi affrontare oppure sei uno di quelli che ci pensa tutti i giorni?
Enrico: Quando mi dicono il nome del mio avversario di solito guardo qualche video, per vedere che guardia ha, che tipologia di colpi mette, come combatte, se è uno più difensivo o più all’attacco. Solitamente mi guardo il match uno o due giorni, poi basta, lascio ai miei maestri il compito di capire qual è la strategia migliore, io lo faccio solo per farmi un’idea ma non ci sto a pensare sennò poi inizi a idealizzare che lui ti mette un certo colpo o che il combattimento va in una certa maniera. Ci sono talmente tante variabili che non puoi controllare che sarebbe una cosa controproducente.
MMA ARENA: A livello tecnico, quali sono i tuoi punti di forza e quali i tuoi punti di debolezza, se pensi di averne?
Enrico: A livello tecnico devo migliorare molto. In particolare devo migliorare parecchio il timing, (soprattutto per abituarmi al K1), imparare a usare un po’ di più le mani (combinazioni più corpose, solitamente nella muay thai il ritmo è più lento. Devo sicuramente migliorare la frequenza dei colpi, il pugilato, e altre cose come cercare di variare le guardie.
MMA ARENA: C’è qualche avversario con cui hai mantenuto buoni rapporti dopo il match? Qual è il tuo match preferito in carriera e quale invece non ti è piaciuto e se fosse possibile lo rifaresti domani?
Enrico: Non sono uno che guarda male o che fa scenate al peso. Con qualcuno ho mantenuto dei buoni rapporti, come l’ultimo avversario di Oktagon, ci siamo ritrovati a Bellator e abbiamo parlato. Chiaramente prima del combattimento non ci puoi dialogare più di tanto, dopo sì. Il match che mi è piaciuto di più è stato il primo da professionista contro un francese molto forte e ho vinto, anche quello che ho fatto in Sicilia per il titolo italiano mi è piaciuto molto perché è stata una bella battaglia e nel quinto round ho trovato una soluzione, è stata una soluzione ragionata. Anche l’ultimo match che ho fatto a Bellator mi è piaciuto perché ho vinto dando un calcio medio sul braccio dell’avversario, ed era una cosa che avevamo provato sia in palestra ma più che altro col mental coach. Un match che rifarei sicuramente è quello di Oktagon perché tendo ad essere un perfezionista, per quanto le persone dicano che sia stato un bel match sento di aver dato il 70%.. l’avversario era molto forte, con tanta esperienza, fisicamente molto dotato, ma avrei potuto fare di più.
MMA ARENA: Delle mma segui solo UFC o anche la scena italiana? Un giorno vorresti provare? Chi ti piace e chi non ti piace dei fighters?
Enrico: Delle mma seguo un po’ UFC ma non sono un esperto. Magari in futuro sì, mi piacerebbe provare anche se sono consapevole che ci sono tantissime cose da completare in piedi, figuriamoci a terra. Dovrei prendermi una pausa per lavorare solo a terra, poi integrare tutti e due sennò si finisce per fare in maniera mediocre tutte e due le cose. Vedi tanti striker che combattono benissimo in piedi e poi a terra non sono bravi. Ti capita quello che è completo e ti mette in difficoltà. Degli atleti italiani mi piace Matteo Riccetti, è forte, e a parte lui mi piace Giorgio Belsanti.
MMA ARENA: Chi sono i tuoi punti di riferimento della muay thai a livello mondiale e a livello italiano? Tu sei giovane ma già affermato, fammi il nome di qualche giovane atleta che un domani potrà raccogliere il testimone.
Enrico: Nella muay thai stimo molto Jimmy Vienot, un atleta molto completo, Vasil Sorokin che ho avuto la fortuna di incontrare ai mondiali IFMA. Ho un amico in Sicilia, Bruno Botindari che ogni tanto porta dei thailandesi per fare degli stage, e ho conosciuto degli atelti molto forti con cui mi sono allenato. Degli atleti italiani giovani secondo me sono molto bravi Federico Agostino, Vincenzo Lobascio. Poi stimo molto Shan Cangelosi, che è già affermato.
MMA ARENA: Hai già qualche match fissato a breve? Obiettivi futuri? C’è qualche sogno che vuoi realizzare ancora?
Enrico: Il 24 giugno combatto ad Atene di K1 contro un greco molto forte (ha più di 200 match), dovrei combattere a luglio in Sicilia ma ancora non è stato confermato. Obiettivi futuri? Il mio sogno sarebbe vivere di questo sport anche a livello economico, ad ora non riesco ad avere un indipendenza economica totale facendo solo questo però mai dire mai
Ringraziamo Enrico, seguiremo i suoi prossimi appuntamenti!
A risentirci amici con la prossima intervista per MMA ARENA.