La storia di Yair Rodriguez – prima licenziato per aver rifiutato dei match e poi riassunto – ha fatto emergere una questione più ampia riguardante tutti i fighters in UFC e quelli che vogliono entrare a far parte della promotion.
A tal proposito, Dana White si è rivolto all’intero roster degli atleti – nessuno escluso – e ha parlato di come non gli piacciono quelli che rifiutano certi avversari e pretendono di decidere contro chi combattere. Lui vuole fighters che abbiano voglia di combattere e che vogliano diventare campioni. Se così non è, allora UFC non è il posto giusto.
Il presidente ha spiegato poi che ultimamente gli sta capitando spesso di avere a che fare con fighters che vogliono avere un maggior controllo sulla propria carriera (come fare il matchmaker di se stessi):
“Sentite, io vengo qui dove combattere è il business e UFC è il meglio del meglio nelle arti marziali miste. Arrivo qui dove ci sono ragazzi che non vogliono combattere contro certi atleti e se non vuoi combattere contro certi atleti, probabilmente questo non è il posto per te. Io cerco persone che vogliono essere campioni mondiali che vogliono lottare contro i migliori al mondo, e se non sei quel tipo, allora è pieno di altri posti dove puoi fare soldi. Questo non è il posto per te. Mi sono imbattuto in diversi ragazzi di questo tipo, e ne arriveranno altri. Ce ne sono molti di più oggi. Se non vuoi combattere, non firmare qui. Se vuoi scegliere tu i match, non firmare qui il contratto. Questo non è il posto giusto per te. Raramente mi è capitato in passato. I ragazzi venivano fuori e combattevano chiunque si trovavano davanti e funzionava così. Questi nuovi ragazzi che vengono e vogliono scegliersi i match e fare cose di questo tipo, non funzionerà qui. Tu sei qui per combattere e sei qui per diventare campione mondiale. Se non sei qui per questo, non è il posto per te qui. Puoi andare in tanti altri posti. Pagano molto bene altrove adesso e molte volte puoi andare altrove e fare più soldi di quanti ne fai qui. Accomodati pure perché è quello il tuo posto. Non puoi stare qui.”