La stagione estiva volge al termine, atleti e team stanno per tornare alla consueta programmazione: inutile nasconderlo, il prossimo anno sarà fondamentale per la crescita di tutto il movimento, ci è sembrato giusto fare una chiacchierata con un personaggio che visto i molteplici ruoli che ricopre (commentatore UFC per DAZN, fondatore di ICF e Italian Top Fighter Management) ha un ruolo assolutamente centrale nelle vicende delle MMA italiche.
Spazio all’intervista ad Alex Dandi, ringraziandolo anticipatamente per la grande disponibilità dimostrata:
MMA ARENA: ciao Alex, intanto come stai, sei riuscito a ritagliarti un po’ di vacanza o sei in full immersion lavorativa? Pressappoco quante ore al giorno dedichi alle MMA?
Dandi: ciao Daniele, tutto bene grazie. In questo momento sono in Islanda a godermi un po’ di natura selvaggia tra vulcani, cascate, geyser, crepacci e colate laviche. Ma nonostante questo mi ritaglio comunque diverse ore lavorative al giorno, soprattutto dedicate al management ed al lancio del secondo semestre di Italia Cage Fighting.
Generalmente, quando non sono in vacanza, invece dedico alle MMA complessivamente minimo 8-10 ore al giorno, che mei momenti cruciali diventano anche 16-18. Quando lavoro sono instancabile.
MMA ARENA: partiamo dal tuo ruolo di telecronista: ti eri immaginato una fine così repentina di UFC su Fox o anche per te è stata una sorpresa?
Dandi: no, non me lo immaginavo. Ho appreso della chiusura del canale TV di FOX Sports solo poche settimane prima della effettiva chiusura. È stata una doccia fredda ma devo dire che il mese di Luglio, passato senza telecronache, mi ha dato modo di concentrarmi ancora di più su Italian Top Fighters Management ed Italian Cage Fighting, in un momento delicato e di cambiamento per entrambe le situazioni. Egoisticamente parlando, per me è stata una fortuna avere un mese libero dalle telecronache per potermi occupare delle altre mie neo attività su cui ho investito tanto in termini personali ed economici.
MMA ARENA: come valuti la proposta di DAZN? Gli appassionati di UFC potranno stare tranquilli per un po’?
Dandi: sono un fan di DAZN da prima del suo approdo in Italia, così come sono un fan di tutte le piattaforme OTT (Over the Top), che secondo me rappresentano l’unico futuro della fruizione di contenuti televisivi. La TV lineare, ovvero i canali TV come li conosciamo, credo abbiano un futuro radioso per i canali di news e qualche canale generalista per massaie ma per il resto degli utenti credo sia venuto il momento di entrare nel futuro.
Personalmente essere stato telecronista per DAZN, nella prima telecronaca UFC italiana, per un evento storico come UFC 227, è motivo di grande soddisfazione personale e professionale. E sarei già contento così, potrei anche fermarmi qui, anche se non sarà così ovviamente. Parlando da fan delle MMA invece, non da telecronista, devo dire che mi aspetto grandi cose da DAZN per la stagione in arrivo.
MMA ARENA: leggo che molti chiedono se commenterai anche Bellator ma immagino non ci sia nulla di deciso al momento, ti chiedo però se a te piacerebbe farlo, tenendo presente che hai già parecchi altri impegni e gli studi DAZN sono a Monaco al momento
Dandi: Questa cosa del commento di Bellator non so bene da dove è saltata fuori: io non l’ho mai detto! Ad oggi non sono un commentatore Bellator né mi è stato proposto di esserlo. Bellator sarà presto su DAZN in esclusiva ma non so quali siano i piani. Se mi verrà chiesto di commentare anche Bellator sarò pronto perché non mi dispiacerebbe commentare sia UFC che Bellator e so che potrei dare ad entrambi i prodotti sportivi un taglio diverso ma ugualmente intrigante.
Gli altri impegni non sono mai un problema se si sa come organizzarsi il tempo e devo dire, con un filo di presunzione, che da tempo ho imparato ad organizzare il mio tempo in modo eccellente. Ecco il segreto delle mie tante attività.
MMA ARENA: passiamo a ICF, la prima cosa che mi viene da chiederti è perché avete cambiato nome ( e logo ) . Questo mi piace anche di più ma quello vecchio aveva già fatto presa sugli appassionati, immagino ci sia sotto un motivo ben preciso
Dandi: Italian Cage Fighting è semplicemente un nome migliore e più identificativo rispetto ad Italian Fighting Championship. Tra l’altro il rebranding non ha stravolto il logo precedente ma lo ha sostanzialmente valorizzato. In pratica il dna della promotion è sempre lo stesso: resta l’italianità e la voglia di creare “MMA Made in Italy” d’eccellenza, facendo meglio delle tante promotion estere di medio livello, perché noi italiani a volte arriviamo tardi sulle cose ma quando ci impegniamo riusciamo ad innalzare la qualità.
Comunque abbiamo optato per questo rebranding perché IFC si poteva confondere con UFC e ciò non andava bene per tutta una serie di motivi, sopratttutto per eventuali espansioni future. Per questa ragione abbiamo optato per un rebranding invertendo due lettere nell’acronimo e togliendo il generico “championship” a favore di un più distintivo “cage”. Lo abbiamo fatto ora, dopo soli tre eventi e dopo soli sei mesi di vita, perché farlo dopo 30 sarebbe stato molto più complicato. Per chi non lo avesse capito ICF intende restare in circolazione molto a lungo ed intende farlo con stile e qualità.
MMA ARENA: avete fatto i vostri primi 3 eventi, guardando indietro sei soddisfatto? C’è qualcosa che cambieresti e quali sono i campi in cui avete maggior margine di sviluppo
Dandi: sono molto soddisfatto di come ICF è nato e si è evoluto. Il progetto è nato per coinvolgere appassionati ed addetti ai lavori che avessero anche un piglio imprenditoriale e così è stato. Ed i frutti di questo percorso si vedranno nei prossimi mesi ed ancora di più nei prossimi anni.
Guardandoci alle spalle, abbiamo confezionato tre buoni eventi che hanno avuto una risposta di pubblico di tutto rispetto e lo abbiamo fatto con tempi di lavoro serratissimi. Tre eventi in meno di cinque mesi non è una cosa da tutti. Ma i primi 3 eventi sono stati solo la prova generale: una prova generale di lusso per come sono andati ma pur sempre una sorta di prova. Ora iniziamo a fare sul serio, dobbiamo ancora crescere tanto su tutti i fronti ma credo che già oggi chi viene ai nostri eventi si accorga dell’alto livello qualitativo della nostra organizzazione.
MMA ARENA: cosa dobbiamo aspettarci per ICF 4,5 e 6, il filo conduttore sarà lo stesso o ci saranno cambiamenti significativi?
Dandi: la strada è stata tracciata dai primi tre eventi. Non abbiamo ancora fatto girare i video dei match, fatta eccezione per il match di Paternò vs Maguire che è stato il main event del terzo evento. Quando inizieranno a girare i video e la promotion sarà a pieno regime si capirà il valore della nostra promotion in termini di qualità, contenuti, programmazione e visione complessiva. Italian Cage Fighting intende innovare con intelligenza ed intende portare la professionalità nelle MMA italiane ad un altro livello rispetto a quanto visto fino ad oggi. Ci saranno cambiamenti e miglioramenti continui perché ICF sarà sempre in evoluzione seguendo la propria mission ma con grande attenzione alle richieste del mercato, come è giusto che sia.
MMA ARENA: immagino che farete conferenza stampa per annunciare le novità ma ci provo lo stesso, dacci un anticipazione che ancora non sa nessuno
Dandi: La novità principale è che ICF da settembre si evolve in una SRL con un capitale sociale interamente versato discretamente importante. Io sarò l’Amministratore Delegato ma insieme a me ci saranno diversi soci che oltre ad amare questo sport, sanno come farlo evolvere in modo professionale ed imprenditoriale. Poi ovviamente nella conferenza stampa di settembre faremo un bilancio di quanto fatto fino ad ora e daremo anticipazioni importanti di dove siamo diretti.
MMA ARENA: a me piacerebbe l’idea di un ICF itinerante che gira in tutta Italia, credi che ci si arriverà in tempi ragionevoli?
Dandi: Italian Cage Fighting va dove c’è maggiore richiesta di MMA di qualità da parte del pubblico e dove le condizioni organizzative sono favorevoli. Per i prossimi tre anni intendiamo organizzare sei eventi annui ed intendiamo, di principio, muoverci su tutto il territorio nazionale ma di fatto andremo dove il mercato ci indicherà di andare. Al momento Milano è un’ottima città dove proporre i nostri show ma abbiamo visto che Venezia è ugualmente ricettiva. Intendiamo però anche sperimentare e, non a caso, ad Ottobre saremo per la prima volta a Torino, mentre a Dicembre approderemo in un’altra città per noi nuova. Nel primo semestre 2019 spero toccheremo per la prima volta anche il Sud con un nostro evento ma tutto dovrà avvenire in modo naturale, senza forzature.
MMA ARENA: Nei primi eventi avevate il patrocinio Figmma, sei soddisfatto del rapporto e…continuerà?
Dandi: Con Figmma ci troviamo bene, per cui è un rapporto che proseguirà.
MMA ARENA: antidoping , mi sembra che l’ambiente sia un po’ freddino nei confronti di questa battaglia, tenendo conto dei costi che comporta e che va a colpire atleti che prendono piccole borse, ti chiedo se alla fine vale la pena continuare a combatterla
Dandi: come ben sai io sono stato quello che ha smosso concettualmente e materialmente le acque per primo nella richiesta di antidoping sicuro nel professionismo nelle MMA. E devo dire che i risultati sono arrivati perché molti atleti, soprattutto quelli che gestisco io paradossalmente, sono stati sottoposti a controlli antidoping sia in gara che fuori gara.
Ora però occuparmi di antidoping non può più essere la mia battaglia prioritaria perché nella vita io faccio altro: faccio il telecronista, faccio il promoter, l’amministratore delegato ed il manager. Resto ovviamente favorevole allo sport pulito e spero che gli atleti di MMA vengano testati sempre di più ma allo stesso tempo non è di mia competenza verificare che questi controlli antidoping si svolgano continuativamente perché io sono un promoter non un ispettore NADO, né un ispettore del Ministero della Salute né tantomeno un rappresentante federale. Per queste ragioni l’antidoping può continuare ad essere una mia battaglia solo a livello culturale, ma a livello pratico dovrebbe essere la battaglia di chi si occupa di sport a livello federale e legislativo. Io posso solo dire che come ICF continueremo a riservarci la possibilità di richiedere test antidoping, anche a pagamento se necessario, per provare a tenere lo sport pulito, nel nostro piccolo.
MMA ARENA: veniamo a ITFM, mi sembra ieri quando mettesti il famoso post sui primi 4 atleti, ora ne hai oltre 20. immaginavi una crescita così repentina?
Dandi: un buon prestigiatore non svela mai i suoi trucchi ma posso dirti che ho capito velocemente che gestire 20 atleti invece che 4 allarga le possibilità di business per gli atleti in primis. In questo anno e mezzo sono passato da un’idea teorica alla prova provata che il mio metodo manageriale funziona ed è un metodo che ho imparato lavorando in passato come booking agent per dj e musicisti. Lo stesso metodo, la stessa professionalità, trasferita nel mondo sportivo sembra funzionare. Di recente c’è stato qualche assaggio di questa mia teoria con i successi di Paternò e Rubino al Cage Warriors e di Amedovski al Bellator, ma il bello deve indubbiamente ancora venire. A breve firmerò altri atleti ed Italian Top Fighters Management diventerà qualcosa di più che una semplice sigla che rappresenta il mio lavoro come procuratore sportivo ma diventerà sinonimo di atleti italiani di qualità nel mondo. Per il futuro prevedo tanto duro lavoro ma anche grandi successi per molti degli atleti che rappresento.
MMA ARENA: parlando con vari promoter o manager , molti denunciano il fatto che più che trovare i match la parte difficoltosa e frustrante sia farli accettare agli atleti, esiste veramente questo problema visto che poi nelle dichiarazioni tutti si dicono disponibili a qualunque match pur di arrivare in alto?
Dandi: nella realtà conosco pochissimi fighter che accettano ad occhi chiusi qualunque match. E, ad essere sincero, è anche giusto così, perché i fuoriclasse che possono permettersi di accettare qualunque mach, a cuor leggero, sono pochissimi. Ma c’è differenza tra valutare e studiare un minimo gli avversari e rifiutare sistematicamente qualunque match che non si abbia la certezza matematica di poter vincere. A questo poi va sommata l’abitudine di molti atleti di rifiutare di combattere contro atleti con cui si sono allenati. E se pensi che ora in Italia tutti sembrano allenarsi con tutti, puoi facilmente renderti conto che il problema è assolutamente reale. Ed aggiungo anche che si sta pericolosamente espandendo rispetto a qualche anno fa. In ICF risolveremo il problema lasciando fuori dai nostri eventi quegli atleti che troppo spesso rifiutano i match proposti.
MMA ARENA: sei consulente UFC oltre che manager, cosa serve veramente per arrivare lassù? Te lo chiedo perché le varie campagne che noto sui social pro questo o quello mi lasciano perplesso e dubito della loro utilità anche se ne rispetto lo spirito
Dandi: per entrare in UFC serve solo farsi trovare al posto giusto al momento giusto, come in molte cose della vita. Tradotto significa che bisogna avere il giusto livello di esperienza e preparazione, la giusta professionalità, il giusto record ed il giusto curriculum ed ovviamente anche i giusti team e management.
Le campagne sui social non servono a nulla, a meno che non si generino numeri che coinvolgano un minimo di centinaia di migliaia di fan, allora anche le campagne social possono servire.
Se guardiamo agli italiani che sono già in UFC ci accorgiamo che due su quattro sono entrati con short notice, ovvero avendo accettato match con poco o pochissimo preavviso, mentre altri due sono entrati dopo essere entrati prima nel “mirino” di UFC e poi hanno firmato dopo vittorie rilevanti. Le costanti però, per ora, è che tutti i fighter italiani in UFC hanno sconfitto avversari stranieri prima di entrare in UFC e che tutti hanno manager stranieri.
Ora io ovviamente so che posso essere il primo manager italiano a far entrare un atleta italiano in UFC ed è solo questione di tempo. Ciò non sarà solo importante per me come manager ma sarà importante per tutto il movimento perché si creerà un precedente affidabile. Pensaci bene: i fighter inglesi hanno manager perlopiù inglesi, stessa cosa i tedeschi ed i francesi, per restare in Europa, ed i brasiliani hanno ovviamente quasi sempre manager brasiliani e via dicendo.
Gli italiani? Per ora si sono dovuti affidare a manager tedeschi, americani, brasiliani e via dicendo. Come mai? Perché non c’era un management italiano affidabile con un filo diretto con UFC ma ora le cose sono cambiate. E so che con l’ingresso del primo italiano da me gestito si apriranno opportunità per tutti gli altri.
Al momento sono l’unico manager italiano che può vantare di avere già un atleta campione al Cage Warriors ed un atleta vincente in una main card Bellator. Ed ho iniziato come manager solo 18 mesi fa. Ciò non significa che io faccio i miracoli ma che la formula che propongo funziona. Sono i primi passi verso qualcosa di molto più ampio e composito.
MMA ARENA: chiudiamo gli occhi e andiamo avanti di un anno , agosto 2019: sarai soddisfatto se?
Dandi: ad Agosto 2019 sarò soddisfatto se avrò fatto il mio lavoro con onestà e gioia. Se invece parliamo di meri risultati nelle mie attività provo a darmeli ora insieme a te. Con Italian Top Fighters Management sarò soddisfatto se avrò almeno un atleta nel roster UFC ed uno nel roster Bellator. Con Italian Cage Fighting sarò soddisfatto se avrò raggiunto gli obiettivi di business plan che ci siamo dati, ovvero se saremo in perdita con i numeri che ci siamo imposti come società e se il pubblico medio si sarà innalzato di almeno cento, duecento unità ad evento. Come telecronista sarò soddisfatto se avrò ulteriormente allargato la base dei telespettatori, magari commentando sia Bellator che UFC su DAZN!
Ringraziamo Alex e gli facciamo un grande in bocca al lupo consci che se i suoi progetti dovessero proseguire sulla strada del successo sarà tutto il movimento a beneficiarne.
Nei prossimi giorni andremo a intervistare qualche atleta che prevediamo sarà protagonista nella prossima stagione.
Stay tuned amici,
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