Autodifesa: l’omeopatia delle arti marziali

Cari lettori di MMA ARENA come sempre alla ricerca di nuovi amici abbiamo deciso di fare un’articolo per spiegarvi il nostro punto di vista sull’autodifesa ( condivisibile o meno che sia). L’estate ormai è finita , settembre è arrivato e i corsi sono riaperti in tutte le città , frotte di aspiranti atleti corrono a fare lezioni di prova cercando lo sport che più si adatti alle loro esigenze.

Nel mezzo di questa vastissima offerta si trovano anche tantissimi corsi della cosiddetta “autodifesa”, corsi rivolti per lo più alla popolazione femminile e che promettono con alcune lezioni di insegnare ad ogni gentil donzella a difendersi da aggressioni di qualsivoglia tipo purtroppo sempre più frequenti nella nostra società moderna.

Dal nostro punto di vista questi corsi nella maggior parte dei casi sono utili quanto le cure omeopatiche utilizzate per curare i tumori.

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Analiziamo le motivazioni che ci spingono a dare un giudizio così duro.

Una aggressione è un atto di violenza estremo volto a danneggiare una persona ( per le più diverse motivazioni), vuoi a scopo di rapina , a scopo di violenza sessuale o semplicemente per essere finiti nel posto sbagliato al momento sbagliato.

nel caso di una aggressione a una donna, nel 90% dei casi lo scopo è lo stupro purtroppo, forse l’atto più vile con il quale si può torturare un essere umano. I media , i social e in generale i mezzi di informazione contribuiscono da tempo ad alimentare un clima di insicurezza tra le persone, motivo per il quale tantissimi cercano conforto sicurezza e autostima nell’autodifesa. Una mera illusione purtroppo.

Per imparare a combattere bisogna combattere e da questo fondamento è impossibile svincolare.

Se si vuole imparare a nuotare bisogna andare in piscina ed iscriversi ad un corso di nuoto, se resto sulla spiaggia, mi sdraio sulla sabbia e comincio a muovermi mimando rana, dorso, libero e farfalla non è la stessa cosa… se non entro in acqua non so nemmeno se galleggio..!!

Se uno effettua una aggressione lo fa perchè è sicuro di vincere per tutta una serie di ragioni

  • è fisicamente più imponente della vittima
  • è armato
  • è sotto effetto di alcol o sostanze stupefacenti
  • non è solo

pertanto chiunque uomo o donna che sia si trovi ad essere aggredito è in una condizione di svantaggio assoluto ed è una cosa che non è possibile replicare in palestra.

Chi aggredisce solitamente è abituato alla violenza mentre chi subisce l’azione di solito si trova in un mondo completamente nuovo e a cui non è preparato.

Con quale coraggio si può quindi avere la presunzione di insegnare a difendersi a qualcuno? In palestra, in un ambiente controllato e con compagni collaborativi ogni tecnica funziona e ogni colpo è vincente cosa che purtroppo per strada non avviene.

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La reazione di fronte a una situazione di pericolo è una cosa innata e non addestrabile in un contesto di allenamento sportivo, questa reazione è nota in inglese con il termine fight or flight traducibile come combatti o fuggi, esempio : siamo in mezzo alla strada e vediamo una macchina che ci viene addosso… alcune persone si spostano altre restano bloccate e vengono investite. Una reazione spontanea del corpo ad una situazione di fortissimo stress fisico e sopratutto psichico che non è assolutamente replicabile in un allenamento dove, per quanto ci si sforzi di immaginare, si è ben consapevoli di lavorare in una situazione di sicurezza.

Molti insegnanti di autodifesa sostengono che apprendere alcune tecniche migliori la fiducia in se stessi e la consapevolezza delle proprie capacità..

E’ FALSO !!!

Insegnare a una donna di 45 kg che può opporsi ad un uomo di 100kg con un dito nell’occhio e un colpo ai genitali non solo è menzognero ma pericoloso perchè una volta che l’aggressore vede la vittima cercare di reagire di solito usa ancora maggiore violenza per piegarla .

Negli sport da combattimento esistono le categorie di peso per un motivo…i colpi e la forza di un peso massimo non sono paragonabili a quelli di un peso leggero stesso discorso vale tra i colpi di un uomo e i colpi di una donna ( parimenti allenati).

Quindi una persona che vuole imparare a difendersi cosa può fare?

Sport, ma sport vero, dove si esce sudati, vanno bene i pesi, l’atletica e qualunque cosa ci aiuti a sviluppare il nostro corpo, forza, velocità, resistenza. Ovviamente ancora meglio sono gli sport da combattimento, lotta judo sambo e brazilian jiu jitsu sopratutto per le donne ( visto che la maggior parte delle aggressioni finisce a terra saper lottare e rialzarsi è una forma eccellente di difesa) ma anche striking come boxe, kick, muay thai, e ovviamente MMA.

Gli sport da combattimento sono quanto di più realisticamente simile ci sia ad un vero scontro perchè i colpi arrivano sul serio, ci si abitua a prenderle a vedere i colpi a reagire e soprattutto, i compagni nello sparring non sono collaborativi! Si prende coscienza di che effetto faccia subire un colpo, darlo, di quanti colpi si riescono a dare prima di avere il fiatone, dover continuare a lottare anche se si è stremati e stanchi, pensare durante lo scontro, restare lucidi tutte cose di una certa importanza in un contesto di difesa personale.

Attenzione però a non fraintendere, fare sport vero ( quello che fa sudare e stanca) e sport da combattimento vi darà tantissimi vantaggi vi farà stare meglio e vi darà fiducia e sicurezza, ma nemmeno questo vi renderà in grado di difendervi da un’aggressione.

Nel bel libro “Gladiatori” di Antonio Franchini,  Alessio Sakara racconta un’aggressione da lui subita in Brasile quando si allenava e combatteva di Vale Tudo prima del suo ingresso in UFC:

«Io vivo a Copacabana, che è famosa nel mondo ma è un posto pieno di ladri, di puttane e di spacciatori, anche se ci sono un sacco di locali notturni e le case sono costruite bene. È un posto per turisti. Ogni tanto dalla favela che sta lì dietro si sente sparare. Le case che guardano il mare a Copacabana costano di più non perché si vede il panorama ma perché è più difficile che arrivano i proiettili. Se hai le finestre che danno sulla favela devi mettere i vetri antiproiettile. «Lo sai perché sò venuto adesso? Perché mi pagano per un combattimento la settimana prossima a Bergamo. Sò rimasto senza soldi perché a Rio m’hanno rubato tutto, anche se è successo solo perché sono stato sfortunato. Stavano rapinando il mio vicino, c’erano quattro persone con le pistole e il fucile a pompa sul pianerottolo. Io uscivo per andare a cena e come sò uscito me sò trovato una pistola in faccia e il fucile a pompa nei fianchi. Praticamente li ho invitati a entrare io. «E mò che fa il lottatore di Valetudo, davanti al revolver? m’ha detto uno de loro. «E che deve fà? S’o guarda! Che je facevo? Una leva alla canna? «Solo quando m’hanno legato al letto ho pensato che morte da fesso se me sparano comunque! Magari je potevo dà ’na spallata! Ne potevo fà secco uno! E invece, così… E poi ho pensato: e se me s’inculano? Allora speriamo che me sparano prima, almeno se inculano un cadavere. «Avevo tremila reais nella tasca di un pantalone nella borsa. Ho pensato speriamo che nun se n’accorgono. È la prima cosa che se sò presi. «Meno male che nun m’hanno fatto niente e spero che, invece di drogarsi o di comprare altre armi, quei soldi che m’hanno rubato possono usarli per far mangiare i loro figli, perché i brasiliani hanno molti figli. «Dove nasce ’na tristezza, ’na morte pe’ uno, nasce ’na vita pe’ ’n altro.”

Siamo discretamente sicuri che Sakara fosse moderatamente capace di contrastare fisicamente un aggressore… eppure….

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Se proprio vi sentite insicuri per la strada compratevi lo spray al pepe e fate sport ma per favore almeno evitate di buttare soldi nei corsi di autodifesa , …è come essere rapinati due volte.

omae wa mou shindeiru