Bellator 206, la consacrazione di Mousasi, l’ululato di Rampage e i soldi facili di Lima

Si è svolta stanotte l’attesissima card Bellator 206, che abbiamo potuto seguire su DAZN.

Bella cornice di pubblico, in attesa di sapere i dati ufficiali della PPV possiamo affermare che la promotion di Scott Coker sta consolidando la propria posizione di co leader di mercato, dopo UFC.

Il 22enne peso piuma Aaron Pico ha dato spettacolo, vincendo per tko a 3:19 della prima ripresa, mettendo in mostra una eccellente tecnica pugilistica, oltre ad un impressionante ritmo e volume di colpi. Considerando l’età e il fatto che è un wrestler di altissimo livello, è fin troppo facile pronosticare un futuro radioso per questo atleta.

Il capitolo finale della trilogia fra Douglas Lima e Andrei Koreshkov era valido per il gran prix dei pesi welter. Il primo match era stato vinto ai punti con ampio margine dal russo, grazie ad una serie di takedown e al conseguente controllo. Nel secondo match, Lima aveva difeso tutti i takedown e messo ko l’avversario alla terza. Dopo il match, Lima aveva dichiarato che non era al 100% la sera del primo incontro e per questo non era riuscito a difendere i takedown. Si sa che di solito chi perde ha sempre una scusa, ma vedendo il secondo match, era difficile non credere alle parole del brasiliano. Si è arrivati al terzo capitolo con Koreshkov dato favorito da tutti i principali bookmaker. Il match invece si è sviluppato sulla falsariga del secondo, con il russo a cercare i takedown e il brasiliano che li ha difesi tutti, mettendo nel contempo a segno numerosi low kick che hanno rallentato l’azione dell’avversario, per poi colpirlo con i pugni. Nel quarto round, tentativo di single basso del russo, perfetto sprawl del brasiliano che migliora la posizione, prende la schiena e chiude il mata leao, regalando una gioia a chi aveva scommesso su di lui a quota da sfavorito e chiarendo senza appello di essere il migliore dei due. Nota di colore: il match è stato arbitrato da Josh Rosenthal, arbitro considerato fra i migliori al mondo alcuni anni fa e reso celebre dal film Warrior, prima di essere arrestato perchè trovato in possesso di una piantagione di Marijuana. Ha svolto bene il suo lavoro al rientro in PPV, a parte l’errore all’inizio del terzo, quando comunica ai fighter che quello è l’ultimo round, mentre invece il match era su 5 riprese.

Il match successivo è stato nella divisione pesi massimi (!) fra Rampage e Wanderlei. Il quarto capitolo della loro faida ha offerto uno spettacolo a tratti intenso agonisticamente, ma probabilmente nei contenuti tecnici non all’altezza di un co main event in una card del genere. Le due leggende, appesantite e logorate dagli anni e dalle battaglie, si sono affrontate con Rampage che ha preso subito il centro, e Wanderlei che girava a parete. Alcuni scambi molto intensi, dove sembrava di rivedere gli atleti che ci hanno fatto sognare negli anni d’oro, ma poi la mancanza di cardio imponeva di rifugiarsi in clinch che avevano più lo scopo di recuperare che quello di infliggere danni. Nella seconda ripresa un potente destro di Rampage costringe Wanderlei al tappeto. Jackson va in ground and pound, l’axe murderer è passivo, e l’arbitro con le trecce ai baffi è costretto a interrompere il match . Quinton festeggia con il suo classico ululato apprezzatissimo dal pubblico. Che dire, Silva non tiene più i colpi, e a 42 anni forse dovrebbe considerare di dedicarsi all’insegnamento e ad allenare il figlio Thor. Rampage da peso massimo non sembra poter essere competitivo, se tornasse a 93 kg forse potrebbe ancora dire la sua, magari in altri match di prestigio contro veterani come il nostro Sakara, tenendosi alla larga dai giovani più promettenti.

Il main event era l’attesissimo superfight fra il campione dei pesi welter Rory “red king” MacDonald e il campione dei medi Gegard Mousasi. L’armeno si è imposto con grande autorevolezza, sfruttando oltre all’ovvio vantaggio di struttura e allungo, una tecnica pugilistica e una velocità di braccia che non hanno permesso al talento canadese di esprimersi. Nel secondo round, un frustrato Rory ha cercato di attaccare la gamba di Mousasi con una imanari roll, ma l’armeno ha difeso, preso posizione e usato un terribile ground and pound fatto di pugni e gomitate fino a costringere Herb Dean a fermare il match. MacDonald probabilmente tornerà nei welter, e aspetterà il vincitore del gran prix per ribadire la propria superiorità nella categoria. Mousasi semplicemente troppo per un welter. E’ fra i migliori al mondo nella categoria, sicuramente e di gran lunga il migliore a Bellator. Forse andrà a caccia della cintura dei massimi leggeri, ampiamente alla sua portata.

 

Sergio “the phoenix” Leveque

Guantoni specifico da allenamento, in vera pelle,  con chiusura esclusiva a doppio velcro, imbottitura nel velcro esterno, per garantire la massima protezione possibile, la massima stabilità e il corretto allineamento del polso.L’imbottitura in schiuma multistrato IMF (injected mould foam) è presente, oltre che nella testa del guanto, anche sul palmo e sul polso. L’IMF garantisce una distribuzione perfettamente omogenea della schiuma, aumentando sicurezza e comfort alla calzata. Il triplo strato iniettato è compatto e permette di avere un guanto dalle giuste dimensioni La doppia imbottitura sul pollice previene distorsioni e altri traumi Cuciture anti graffio, per prevenire le ferite da colpo di striscio durante lo sparring. Il guanto è studiato per offrire la massima protezione in allenamento, in modo da prevenire tutti gli infortuni, sia nei pugili professionisti che negli amatori. I guantoni sono coperti da garanzia per sei mesi dall’acquisto. La garanzia copre la tenuta della pelle, delle cuciture e dell’imbottitura. MANI ALTE E BEN PROTETTE CON OPLON!