Il Doping di Jon Jones e il cambio di posizione di USADA, due pesi e due misure.

La notizia ha già fatto il giro del mondo delle MMA. La commissione atletica del Nevada ha negato a Jon Jones la licenza per combattere a causa di risultati anomali nei test anti doping effettuati da USADA. Fino a qui nulla di sorprendente. Nessuno può dirsi sorpreso da un test positivo di Jones.

Quello che sorprende è la decisione, senza precedenti, di spostare l’intero evento a Los Angeles, dove la commissione della California ha dato l’ok a far disputare il match a Jones. L’intero evento è stato spostato in un altro stato. A 5 giorni dal match. Senza alcun rispetto per i tifosi che avevano programmato le vacanze e acquistato i biglietti per Las Vegas. Senza alcun rispetto per gli atleti che dovranno cambiare i piani per la rifinitura della preparazione e il taglio del peso. Il tutto per salvare Jon Jones. Business is business, e evidentemente il pubblico americano vuole vedere il bad boy infame drogato e scorretto combattere. E questo conta più di ogni altra cosa.

Ovviamente, Jones e la UFC hanno dovuto imbastire una qualche sorta di narrazione più o meno credibile per giustificare questo schifo. Quindi oggi si sostengono, spalleggiati dalla commissione californiana, che i metaboliti del Turinabol trovati nei test di Jones, siano tracce rimaste dalla assunzione di due anni fa. Quindi Jones potrebbe essere pulito e vittima di metaboliti residuali. Benissimo, una affermazione del genere va analizzata e contestualizzata. Ci sono precedenti? Come si è comportata la USADA nei precedenti?

Vediamo cosa ne dice Frank Mir, ex campione dei massimi UFC fermato da USADA per una violazione analoga.

mir post.jpg

“Nella primavera del 2016,  gli agenti USADA si sono seduti al tavolo della mia cucina e hanno detto che i metaboliti di Turinabol a cui ero risultato positivo erano il risultato di una assunzione avvenuta nell’arco di pochi mesi prima del test. Io ho veementemente sostenuto la mia innocenza, non avendo mai fallito prima un test antidoping nella mia carriera. Ho chiesto se potessimo fare ulteriori analisi e testare gli integratori che avevo assunto in passato, ma mi è stato risposto che era inutile oltre che impossibile. Loro erano assolutamente convinti che i metaboliti fossero il risultato di una recente assunzione. Oggi, dopo poco più di due anni, Jon Jones è risultato positivo alle stesse tracce di metaboliti della stessa sostanza, e USADA sostiene che questo livello di metaboliti potrebbe non essere dovuto ad una nuova assunzione, ma ad un residuo di quella del 2016, e addirittura che i metaboliti potrebbero restare per un tempo indefinito nel suo corpo. Sostengono addirittura che ci siano precedenti di questo fenomeno. Questo cambio radicale nella posizione di USADA suggerisce due possibilità: 

a) stanno offrendo una esenzione speciale a Jon Jones. 

b) stanno ripensando e conseguentemente rivedendo la rappresentazione delle loro posizioni scientifiche. 

Ognuno di questi scenari lascia me, e altri fighter le cui carriere sono state danneggiate da test passati, a chiederci quale sia il reale valore dei test USADA, e quale sia la loro affidabilità. Purtroppo, le accuse a mio carico arrivarono in un momento in cui non erano ancora sorti dubbi sull’operato di USADA. “

Quindi fino a ieri i metaboliti di Turinabol erano la prova di una assunzione recente. Oggi, per USADA e per la commissione atletica della California, non lo sono. Due pesi e due misure. La California ci guadagna un grande evento con tutto l’indotto che ne consegue. UFC salva il main event e le vendite della PPV. Jones salva la borsa.

Ci perdono solo il Nevada e lo sport. Cosa volete che sia. infami come Jones e Lesnar avranno sempre una scorciatoia. Almeno fino a che non si statuirà che tutti devono sottoporsi ai controlli VADA. Quegli stessi controlli a cui, stranamente, Jon Jones ha rifiutato di sottoporsi.