UFC 234: ORFANI DI MAIN EVENT, CI SIAMO CONSOLATI CON SILVA ADESANYA. Ma che fine ha fatto il BJJ?

Spesso, dopo le card in chiaro ben riuscite, scriviamo che erano degne del PPV numerato.

In questo caso, un PPV che già si presentava deboluccio, ha anche perso il main event a poche ore dall’inizio per l’operazione d’urgenza a cui si è dovuto sottoporre il campione dei medi.

L’interesse era tutto per il match fra il 43enne veterano Anderson Silva, da molti considerato il più grande di ogni tempo, e l’emergente striker Israel Adesanya, noto agli appassionati italiani per la controversa split decision strappata al nostro Marvin Vettori. Le quote dei bookies erano impietose, Silva pagava oltre quattro volte la posta, quasi una vittima predestinata. In realtà Anderson ha offerto una prova molto convincente, reggendo benissimo le tre riprese, e probabilmente si è anche aggiudicato la seconda. Certo, non ha fatto abbastanza per mettere in discussione il verdetto finale, e forse non ha rischiato abbastanza, non ha osato quel qualcosa in più che avrebbe potuto farlo perdere prima del limite nel tentativo di portare a casa la vittoria. Adesanya ha fatto il compitino e si è guadagnato la title shot, che probabilmente lo vedrà protagonista contro Gastelum se Whittaker non dovesse riprendersi in tempi brevi dall’intervento di ernia addominale.

Da più parti si è magnificata la prestazione di Anderson Silva. Giustamente, aggiungiamo, è difficile non essere impressionati dai riflessi e dalla tecnica di un uomo alla soglia dei 44 anni. Ma come scrivevamo più su, Anderson avrebbe forse dovuto provare a fare qualcosa di più. Non nel senso di cercare gli scambi e la bagarre, contro uno striker pericoloso ed esperto come l’australo-nigeriano, che vanta una novantina di incontri di kickboxing da professionista.

Anderson Silva dei tempi d’oro non era solo il fenomenale striker che tutti ricordiamo, era anche un pericoloso lottatore che adattava benissimo la sua cintura nera di bjj alle MMA. Ricordiamo match in cui era in difficoltà, contro Henderson e Sonnen, risolti per sottomissione. E’ facile e ragionevole obiettare che portare a terra Adesanya è un’impresa che non è per nulla semplice, ma cosa sarebbe successo se Anderson avesse tirato in guardia dal clinch l’avversario? Che ovviamente avrebbe rischiato di essere vittima di colpi in ground and pound, ma avrebbe potuto provare a giocarsela.

E’ una riflessione che abbiamo fatto anche in occasione delle sconfitte di Demian Maia contro Covington e Woodley. Perchè il grande asso di bjj, quando non riesce ad effettuare il takedown, non prova a tirare la guardia? Perchè nelle MMA è diverso rispetto al bjj, ci sono i colpi che cambiano la questione. Ma di fronte ad una sconfitta che si sta materializzando, perchè non provarci? Sarebbe interessante sentire il parere di qualche tecnico in proposito.

Dove vanno i protagonisti dopo questo match? Anderson Silva non deve dimostrare nulla a nessuno, smetterà quando avrà voglia di farlo, ha chiesto di fare un match nella sua Curitiba, e potrebbe anche scegliere di provare l’esperienza in Bellator una volta finito il suo contratto UFC.

Adesanya come detto è in linea per la title shot, ma se Whittaker dovesse recuperare e difendere contro Gastelum, ci piacerebbe molto vederlo contro Yoel Romero o Jacare Souza. Anche Borrachinha e Zapato sarebbero test probanti per legittimare le aspirazioni titolate di un prospetto che ora sembra inarrestabile, con uno score di 16-0, ma che a nostro avviso non ha ancora offerto prove convincenti contro top contender.

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