Storico e inatteso sorpasso: la boxe a mani nude vende il doppio di PPV dell’UFC

Stando alle dichiarazioni di David Feldman, promoter BKFC (bare knuckle fighting championship) , l’evento in ppv BKFC 6 avrebbe venduto circa 200mila PPV.

La card, che aveva come main event il “grudge match” fra Artem Lobov e l’ex campione di pugilato Paulie Malignaggi, è stata la più vista di sempre per quanto riguarda la boxe senza guantoni.

Non è semplicissimo fare il paragone con i numeri UFC, visto che negli stati uniti gli eventi numerati vanno su ESPN e in altri paesi, fra cui il nostro, vanno su piattaforme in abbonamento. Ma non si può non notare come ad esempio, UFC 236 abbia fatto metà delle vendite di BKFC 6, e andando a ritroso nel tempo, prima del passaggio su ESPN, un anno fa la PPV di UFC 228, mondiale pesi welter Woodley Till, fece registrare 130mila PPV.

Stessi numeri per UFC 221, e ancora peggio, 85mila, per UFC  224.

Altre card ovviamente hanno fatto molto meglio, senza scomodare i 2.400.000 per Khabib-Conor, gli ultimi due match di Jon Jones hanno fatto circa 700.000 PPV.

Cosa significa questo? Che con la grande superstar, UFC fa ancora bei numeri, ma in card prive di nome di grande appeal, l’organizzazione di Dana White fa molta più fatica.

BKFC cresce in modo abbastanza costante, ha la sua base di fan hardcore, che magari preferiscono comprare l’evento che li emoziona di più rispetto ad una UFC che ha preso una strada discutibile, agli occhi del pubblico. Molti hanno detto che sta diventando una WWE senza copione, ma gestita nello stesso modo, con la compagnia che pensa al matchmaking e alla gestione dei titoli in ottica commerciale e non meritocratica. E questo si sta rivelando un boomerang. Perchè molte grandi superstar si sono ritirate, da GSP a Ronda,  e non si vede all’orizzonte un prospect in grado di far breccia nei cuori degli appassionati, al momento.

Emblematica la pessima gestione del titolo della categoria regina. Miocic meritava l’immediato rematch con Cormier, oltre ogni dubbio. Era stato il campione più dominante della divisione, e invece si è tenuto congelato il titolo nella speranza di mettere in piedi un freak show fra Cormier e Brock Lesnar, che nei piani di Dana White avrebbe portato più vendite. Salvo poi cambiare idea visto che i nuovi accordi con ESPN non permettevano di andare incontro alle mostruose richieste del campione di wrestling.

Le considerazioni fatte per Lesnar si possono tranquillamente estendere a Conor, che non rientrerà per una borsa che non soddisfi il suo portafogli e il suo ego. E probabilmente in questo momento UFC non può offrirgliela.

Sicuramente questo genere di cose fa disaffezionare una certa fetta di pubblico, ovvero quegli appassionati che vogliono vedere i migliori combattere con i migliori, al di la di storie, marketing e promozione esasperati, che se da un lato possono produrre PPV ultra milionari, dall’altro appunto portano via una parte pubblico che crede in uno sport realmente meritocratico, dove le chance vengono decise in base all’abilità e ai risultati.

Sarà interessante vedere se questo trend continuerà, potremmo assistere ad un boom di appassionati e praticanti di Bare Knuckle Boxing.