Di ieri l’annuncio via social fatto dallo stesso Pedersoli relativo al suo rilascio da UFC e il suo ingresso in Bellator. Di seguito riportiamo l’intervista inviataci da Bellator Italia.
“Dopo aver fatto tre matches in UFC, tutti con short notice, pensavo di aver dato abbastanza all’azienda per avere un’altra possibilità con l’ultimo match del mio contratto.
Non è stato così e nel frattempo ho ricevuto due proposte da altre organizzazioni.
Una di queste due non poteva essere davvero essere rifiutata e quindi con molto entusiasmo annuncio la mia firma con la promotion Bellator. Il trattamento che mi hanno riservato, da ogni punto di vista, è andato oltre ogni mia aspettativa e davvero mi sento apprezzato come non mai nella mia carriera”.
Abbiamo quindi subito raggiunto “Semento” per uno scambio di battute su questa sua scelta.
Carlo, puoi spiegare ai fans italiani come è maturata la tua decisione di entrare in Bellator?
“Come ho scritto su facebook ho ricevuto una mail da UFC che mi comunicava il taglio senza nessuna spiegazione nonostante il mio contratto prevedesse altri due match. Sinceramente non me lo aspettavo e l’ho presa male onestamente. Credo che la decisione dall’arrivo di nuovi fighter nella mia categoria i pesi Welter, Non penso invece che il mio record di 1-2 voglia dire molto da questo punto di vista considerando anche l’alto livello degli atleti che avevo affrontato e pure in short notice. Inoltre non sarei certo stato il primo a terminare il proprio contratto nonostante due sconfitte. Purtroppo in UFC sei considerato solo un numero, non c’è rispetto per gli atleti”.
Hai scritto anche di aver avuto altre offerte, perché hai scelto Bellator?
“Bellator, ma anche altre promotion, mi avevano già cercato in passato. Bellator è una top promotion mondiale con grandissimi atleti a roster e la proposta che mi ha fatto adesso era in assoluto la migliore da ogni punto di vista: per l’ingaggio, per la libertà di scegliermi gli sponsor, per la visibilità mediatica che mi può offrire in Europa ma allo stesso tempo anche in America e, non da ultimo, perché organizza eventi anche in Italia e ci terrei molto a combattere nel mio Paese”.
Come ricordavamo prima tu hai accettato match in short notice e con veterani come Brad Scott e soprattutto Alex Oliveira. A pensarci adesso non è stato un errore?
“A parlare col senno di poi probabilmente sì ma quando un fighter professionista sceglie di accettare o no un incontro fa varie considerazioni: le opportunità che quel match può dare in prospettiva, in che posto viene collocato nella card, la borsa. A certi livelli poi devi anche essere anche ambizioso, se vuoi far carriera piano piano è meglio che resti in eventi europei e non vai in America. Certo, adesso comunque ci rifletterò di più”.
Nella tua categoria, i Welter, in Bellator ci sono atleti del calibro di Rory MacDonald, Douglas Lima, Michael Venom Page o Andrey Koreshkov. C’è uno di questi o qualcun altro del roster con cui vorresti combattere?
“Non ho pensato ancora a chi affrontare, ma comunque Bellator è una top promotion mondiale e prima di affrontare atleti ai primi posti del suo ranking devo tornare a vincere e a convincere”.
Ci sarai a Milano il 12 ottobre?
“Lo vorrei tanto e comunque vorrei combattere in Italia, non mi interessa in ogni caso affrontare atleti italiani, preferisco match di caratura