Nella notte fra sabato e domenica abbiamo assistito ad un evento di grandissimo livello. Sulla carta i match promettevano bene, i grandi nomi c’erano, e nella gabbia si sono dati battaglia splendidamente.
Nel primo match trasmesso in diretta su DAZN, il wrestler Derek Brunson ha avuto la meglio su un pericoloso Heinisch. Dopo aver perso nettamente il primo round, il coloured della hard knock 35 h preso tempo e misure all’avversario vincendo con merito ai punti. Restiamo perplessi dal game plan di Heinisch, che dopo aver trovato buon successo con i colpi, si è ostinato a cercare il takedown su un avversario molto più dotato di lui nella lotta.
Nei pesi piuma il prospect nigeriano Sodiq Yusuff si sbarazza al primo round dello striker messicano Gabriel Benitez, che ha scambiato con gran coraggio creando anche qualche problema all’avversario, ma poi si è fatto incrociare da un gancio destro devastante.
Arriviamo al match premiato come fight of the night, la splendida battaglia fra Yoel Romero e Paulo Costa. Già nel primo round entrambi vanno al tappeto su colpi potenti, emozioni e continui capovolgimenti in una ripresa così ricca di azione che quando giunge al termine non si sa a chi assegnarla. Per noi era da dare pari perchè un round del genere non lo perde nessuno, ma ci può stare, come ha fatto la maggior parte dei commentatori, darla a Costa.
Nel secondo round il ritmo cala sensibilmente, con Romero che provoca il brasiliano mettendosi spalle a parete ed invitandolo ad avanzare. Nel corso dei primi due minuti la percezione è che Borracinha possa mettere in difficoltà il Soldier of Gold, ma con il passare dei secondi si comprende il capolavoro tattico che sta costruendo il cubano. Qualcosa di paragonabile, in un certo senso, al rumble in the jungle Ali – Foreman. Infatti Costa cala, e pur continuando ad avanzare, viene ripetutamente centrato dai colpi di Romero, che sono precisi ed efficaci, infatti fermano sempre l’azione dell’avversario. Ovvero il primo criterio fondamentale per giudicare l’efficacia dello striking. Sul finire della ripresa Yoel mette a segno un bel takedown . 10-9 Romero per noi e per la maggior parte della stampa specializzata ma, come scopriremo alla fine, non per i giudici.
Nel terzo round Costa sembra aver già speso le energie migliori, e viene centrato praticamente a piacimento da Romero, tanto da essere segnato in diversi punti del viso e sanguinante. Una ripresa a senso unico che tutti, dai giudici alla stampa specializzata, assegnano al cubano.




In diretta, a caldo, abbiamo scritto che questo verdetto è stato il più grande furto nella storia della UFC. A freddo e dopo aver rivisto il match, restiamo convinti della vittoria del cubano, almeno 30-28. 29-28 se proprio si vuol dare il primo a Costa. Ma non riusciamo a capire come si possa dare il secondo round e il match a uno che le ha prese. Perchè questo è. Costa le ha prese. Poi i verdetti sono opinioni, i giudici possono sbagliare, e certamente non vogliamo fare del complottismo inferendo che interessi di più il mercato brasiliano rispetto a quello cubano. Non ci appartiene questo tipo di logica. Semplicemente, i giudici hanno sbagliato, a parer nostro. Per non parlare del pubblico presente all’arena, che ha lungamente fischiato il verdetto tanto che Costa non riusciva nemmeno a parlare intervistato da Joe Rogan. In conclusione possiamo affermare che i giudici sono professionisti onesti e preparati, che hanno diritto alla loro opinione e che le loro madri non esercitano nelle vetrine di Amsterdam.
Il co main event vedeva l’attesissimo rientro del bad boy di Stockton, Nate Diaz, opposto all’ex campione dei leggeri showtime Pettis. Ci aspettavamo un confronto equilibrato, invece Nate ha imposto un monologo mostrando il consueto volume striking, con una boxe fatta di tantissimi colpi, e un grappling che non ha bisogno di presentazioni, visto che si tratta di una cintura nera di bjj data da Renzo Gracie. A tutto questo Pettis ha potuto opporre poco oltre ad un grande cuore e una buonissima difesa a terra. E’ riuscito ad arrivare al verdetto, ma complice una probabile frattura al piede, ha potuto creare pochi problemi a Diaz, che nel post match ha chiamato Jorge Masvidal in un match fra il gangster della west coast e l’OG dell’east coast, per il titolo di baddest motherfucker. E’ sempre un’esperienza sentir parlare Nate.

L’evento principale, valevole per il campionato del mondo dei pesi massimi, era la rivincita fra Daniel Cormier e Stipe Miocic. Due leggende, sicuri hall of famer, si ritrovavano a poco più di un anno di distanza da quando DC mise ko Miocic con un gancio destro in uscita dal clinch. Bel primo round, con Cormier che riesce ad accorciare e portare a terra il bravissimo avversario, mettendo anche qualche buon colpo.
Nella seconda ripresa Cormier attacca e scambia in piedi, con discreto successo, e quindi non cerca ulteriori takedown. Errore ammesso poi dallo stesso campione in conferenza post match. Comune anche la seconda è favorevole al due volte olimpionico e campione in due categorie.
La terza registra lo spostamento dell’inerzia degli scambi. Miocic riesce a mettere a frutto la superiore tecnica pugilistica e a sfruttare l’allungo, cominciando ad andare a segno con regolarità. Un round per lo sfidante croato.
Nel quarto la musica non cambia, con Miocic che prende maggior confidenza ed asume una decisa iniziativa. Cormier in trance agonistica non legge il match, non ascolta l’angolo, insomma resta in piedi a scambiare nonostante le stia prendendo. Stipetrova la chiave di svolta del match. Un bellissimo sinistro al fegato che taglia il fiato a DC. Lo rimette a segno, Cormier è in grande difficoltà, e il fighting fireman mette a segno due destri al capo e va a chiudere il match, riconquistando il titolo di campione del mondo. Un grande match doveva essere e un grande match è stato, fra due grandi campioni che hanno scritto pagine indelebili nella storia di questo sport. A loro possiamo solo dire grazie.