La notte buia delle mma italiane.

Questo è il pezzo che nessuno vorrebbe mai scrivere.

La notte di Copenaghen doveva essere quella dei sogni ma, come purtroppo può accadere nello sport, si è conclusa con un brusco risveglio.

Tre atleti italiani impegnati nella stessa serata in UFC, e tre sconfitte portate a casa.

Andiamo in ordine cronologico. Il primo ad entrare in gabbia è stato il veterano Alessio “Manzo” Di Chirico, guidato da Borgomeo e Luca Anacoreta al’angolo. Per Manzo era il settimo impegno in UFC. La sfiga ci ha messo del suo, a due settimane dal match cambio di avversario causa infortunio, e chi danno al nostro? Makhmud Muradov, unico fighter di mma gestito da Money Mayweather. Uno con un hype incredibile, presentato come prospect e futuro contender. Ovviamente non esiste la parola rinuncia nel vocabolario del Gloria, onore a loro. Nelle ultime due settimane stravolgono la preparazione, visto che lo stile di Muradov era opposto a quello per cui si stavano preparando.

Primo round molto equilibrato. Difficile da assegnare, sarebbe da dare pari, ma purtroppo sappiamo benissimo che i giudici UFC tendono a non dare mai il pareggio.

Nel secondo round Manzo sembra avere un pò il freno a mano tirato, si affida a destro di rimessa ma fa nel complesso meno dell’avversario. Giusto assegnare a Muradov la seconda ripresa. Borg all’angolo striglia e motiva il suo fighter, che fa una terza ripresa più aggressiva, mettendo a segno sicuramente i colpi più significativi, mentre l’avversario sembra a corto di fiato. Terza netta per Alessio. In un mondo giusto sarebbe un pari. Anche senza considerare il fatto che Manzo era quanto meno in credito con la fortuna, avendo subito un furto nel match precedente. Invece purtroppo il mondo tnto giusto non è, e come sempre accade in UFC, il fighter che porta più soldi viene premiato con il verdetto, come se fosse un reality show. E fra Di Chirico l’italiano, e Muradov di Mayweather, che apre i mercati dell’est europa e degli stati uniti, chi port più soldi? Winner by unanimous decision, Muradov. Se si può muovere un appunto a Di Chirico è quello di lasciare troppo la situazione in mano ai giudici, ma è facile dirlo da dietro una tastiera. A Lucrezia Ria non bastò la vittoria per ottenere il contratto, a Di Chirico non sono bastate due prestazioni convincente negli ultimi due match per avere una vittoria. Manzo ora è 3-4 in UFC, in striscia negativa di due sconfitte. Speriamo che abbia altre occasioni di mostrare il suo valore, perchè è il palcoscenico che gli compete.

Subito dopo è toccato ad Alen Amedovski. L’italiano di origini macedoni, accomapagnato da Khalid Mazhoum, arrivava al match con uno score di 8-1, 0-1 in UFC. Tutte le vittorie di Alen sono arrivate per KO di pugno nel corso del primo round, la sconfitta, al debutto in UFC contro il veterano Jotko, è maturata al termine di un match in cui il Polacco aveva imposto un wrestling superiore. Ma stavolta tutto doveva essere diverso, di fronte c’era uno striker del team di Kavanagh, quello di McGregor per intenderci, e al buon Alen non deve essere sembrato vero poter andare a scambiare alla morte al centro dell’ottagono. Scambio furibondo, in cui il primo colpo pulito è del nostro, che per sua stessa ammissione si lascia prendere un pò troppo la mano, lascia il mento alto e la mano destra “allegra”, prendendosi due ganci sinistri larghi dall’avversario. Purtroppo i colpi arrivano con grande precisione, ed Amedovski è KO in 17 secondi del primo round. Possiamo parlare di ingenuità? Possiamo parlare di eccesso di foga? Si, ma si tratta sempre di parlare. E’ un combattimento di MMA, se vai a scambiare in quel modo li, tutto può succedere. Ora Alen è 0-2 in UFC, con due sconfitte arrivate in modi diversi ma comunque molto nette. Aspetteremo le decisioni future della UFC.

L’ultimo impegno per i nostri portacolori era nel co main event, dove Danilo Belluardo era opposto all’idolo di casa, Mark Madsen, medaglia olimpica nella lotta, imbattuto nelle mma, al debutto in UFC. Dall’inizio il match up era sembrato azzardato, netta la differenza di curriculum e anche di stazza fisica fra i due. Oltretutto Belluardo non si capisce bene dove abbia preparato il match, sappiamo che ha interrotto i rapporti con Master Stabile e con Superbia Management, ma non abbiamo avuto notizia del suo ingresso in altri team. Comunque, avendo accettato di combattere con una medaglia olimpica di lotta, la preparazione del match ed il game plan immaginiamo che siano stati improntati al non farsi portare a terra. Purtroppo la cosa non è riuscita. Belluardo è stato portato a parete, portato a terra, e finito in ground and pound, il tutto in un minuto e dodici secondi in cui non è riuscito ad esprimersi in alcun modo. Chiariamoci, anche chi si prepara per combattere con Nurmagomedov probabilmente prepara il match per non essere portato a terra, ma alla fine l’aquila ci riesce tutte le volte. Il punto è non farsi finalizzare con apparente disarmante facilità, opporre un qualche tipo di differenza. Onestamente il Belluardo di Copenaghen è apparso esattamente lo stesso che tre anni e mezzo fa subì il medesimo trattamento per mano di AJ McKee al Bellator. E’ un fighter che si è evoluto poco, che sembra piccolo per la categoria dei leggeri, e che purtroppo dopo due sconfitte nette prima del limite, rischia il posto. Combattere in UFC non è come fare i bulli con i ragazzini fuori da scuola, purtroppo.

Speriamo di sbagliarci, speriamo che tutti restino in UFC, che tutti migliorino e possano dare grandi gioie ai tifosi italiani, certo, ovvio che lo speriamo. Ma se oltre a sperare si cominciasse a colmare il gap tecnico che molti atleti italiani mostrano, soprattutto nel wrestling, probabilmente potremmo fare meglio.