Xu Xiaodong: MMA contro lo stato cinese.


Nessuno è più odiato di chi dice la verità. Cit. Platone
(A cura di Grisendi Matteo)

2000 anni fa come oggi, chi dice la verità prima o poi finisce con l’alterare equilibri importanti, o attirarsi il rancore di chi vive delle falsità. 

Un esempio di questo rischio è Xu Xiaodong, combattente cinese classe ’79.
Non parliamo di un esaltato di 20 anni con troppi film per la testa, ma di un uomo di 40 anni, vincitore di tornei di Sanshou (Sanda: uno stile di Kickboxing ibridato con tecniche di lotta), che dal 2001 ha causato un terremoto nella scena sportiva cinese.
La sua crociata contro le truffe delle finte arti marziali inizia nel 2001, quando inizia con l’allenarsi nello stile di combattimento (reputato “troppo occidentale” dai puristi marziali cinesi) delle MMA, e della Thai Boxe.
La sua passione per questo sport lo porta da lì ad un anno a fondare la prima palestra di MMA di Beijing, e ad organizzare primo torneo di MMA della storia cinese, guadagnandosi la reputazione d’essere il padre fondatore delle MMA cinesi.
Come chiunque può immaginare, una tale ingerenza non può che incontrare lo sdegno e lo scetticismo dei puristi di antiche discipline tradizionali come il Kung Fu, e di altre dagli esotici nomi ricordanti piatti in ristoranti giapponesi, al che dopo alcuni confronti sul web partono le prime sfide.
Il primo imbecille a impattare contro la realtà è un supposto maestro di Kung Fu il quale sostiene pubblicamente di possedere abilità sovrannaturali: affronta il nostro pioniere a Chengdou nel 2017, davanti alle telecamere.
La testa rasata da monaco, i baffi da cartone animato e il vestito tradizionale non lo salvano, e finisce asfaltato e sanguinante in 20 secondi circa.
L’evento diventa in breve virale, e i funzionari governativi vedono di cattivo occhio questo praticante di uno sport “americano” ledere la cultura cinese, così la polizia interrompe un incontro con un “maestro” di Tai Chi (una simpatica “disciplina” che pretende di insegnare a manipolare energia come nel cartone animato Dragon Ball), e a Xu viene proibito di organizzare ulteriori incontri nella sua palestra.
La vicenda rimbalza in ambito internazionale, e ottiene pareri contrastanti: da una parte, l’entusiasmo di chiunque apprezzi il realismo nei combattimenti, dall’altra tutti i clienti di Starbucks amanti di caffè “alternativi” e gli appassionati di accappatoi orientali praticanti di attività o discipline dal nome impronunciabile.
Cung Le, noto combattente veterano della UFC e patriota cinese, ribadisce che vari artisti marziali hanno incorporato con successo elementi mistici nel loro stile… Noi, augurandoci che Cung Le non abbia la pistola di un funzionario statale cinese puntata alla testa, gli ricordiamo il suo test antidoping fallito nel 2014 e gli chiediamo:

“E’ di questo elemento che parli, caro?”

Ad ogni modo, la curiosità attorno a Xu continua ad aumentare, e vuoi un po’ per l’orgoglio ferito dei truffatori, vuoi un po’ per il premio di un milione di dollari offerto dal miliardario cinese Chen Sheng a qualunque praticante di Tai Chi (Si, lo sport delle onde energetiche) riesca a battere il nostro pioniere, gli incontri (ufficiosi) si susseguono con tanto di dirette sui social e video sul canale Youtube di Xu, regalandoci video su video di simpatici pestaggi di aspiranti “Maestri orientali di Stoca**o”.
E’ questo il momento in cui il governo cinese dice “Stop”.
Xu riceve una multa pari al mutuo di una casa, e il suo “punteggio sociale” viene abbassato a zero.
Questo “Punteggio sociale” in Cina equivale ad una orwelliana valutazione del cittadino, il quale non può accedere ai servizi pubblici o privati senza una buona valutazione, come ad esempio prestiti bancari o biglietti aerei.
Basti pensare che per aprire il cranio al suo ultimo sfidante nel 2019, il povero Xu ha impiegato 36 ore per raggiungere il luogo dell’incontro, dove ha dovuto battersi con la faccia pitturata e dietro pseudonimo per non farsi riconoscere.
Nonostante le difficoltà logistiche, il suo sfidante praticante la barzelletta del Win Chung, Lu Gang, resiste 30 secondi complessivi circa, grazie all’aiuto dell’arbitro.
Purtroppo però ancora una volta la risposta del governo cinese non si fa attendere, e Xu sparisce dai motori di ricerca Web in Cina. Attualmente rimangono solo i suoi canali Social, su cui è possibile trovare periodicamente esecuzioni di emeriti truffatori, incontri con praticanti di arti marziali vere e riflessioni in ambito sportivo e sociale. Sebbene ad alcuni possa sembrare un controverso, è invero un uomo maturo con una passione per il combattimento e per la ricerca della verità, che non si sottrae a nessuna sfida, nemmeno quella estremamente pericolosa di un governo censore come quello cinese.