Il miglior Tyson Fury mai visto demolisce Deontay Wilder.

L’attesissimo rematch per la cintura WBC dei pesi massimi ha lasciato tutti a bocca aperta. Increduli i tifosi di Wilder, in visibilio quelli di Fury.

Un capolavoro di tattica, astuzia, psicologia e tecnica. E’ difficile descrivere a parole la prestazione di Fury. Geniale e istrionico come al solito, ma più preciso, più aggressivo, concentratissimo.

Come dice spesso un giovane tecnico italiano, le rivincite se le aggiudica il pugile più intelligente. Non c’era dubbio sul fatto che il più intelligente fosse Fury, ma davanti aveva l’imbattuto Wilder, l’uomo con le mani più pesanti in circolazione, lo stesso uomo che 15 mesi fa lo mandò quasi KO. Quindi tutti, compreso chi vi scrive, erano cauti nei pronostici, sottolineando sempre come a  Wilder bastasse un singolo colpo per capovolgere e vincere qualsiasi incontro .

Ci si aspettava il solito Fury elusivo in movimento all’esterno, pronto ad indurre Wilder all’errore, con il bronze bomber a cercare le misure per scaricare la sua micidiale potenza.

Invece, fin dalle prime battute, Tyson Fury prendeva il centro del ring. Un piano completamente diverso da quello messo in atto contro Klitschko o per larga parte del primo match con lo stesso Wilder. Non  gira intorno all’avversario con continui cambi di guardia, pressa in avanti, con un jab preciso e solido spesso doppiato da destri sia dritti che in overhand e in gancio . Una volta accorciata la distanza, Fury gestiva il clinch mettendo il peso sull’avversario, facendo valere il vantaggio di altezza e statura, cingeva la testa di Wilder con il braccio sinistro e lavorava sotto con il destro, giusto per dare l’impressione di essere attivo. In realtà la chiave non erano i destri al corpo, ma la compressione cervicale e del diaframma, che facevano faticare tantissimo e respirare male il detentore della cintura. Nell’economia di un match queste cose pesano, esattamente come i chili di vantaggio di Tyson Fury. In Italia lo specialista nel far fare questo lavoro ai pesi massimi è il maestro benemerito Gianni Burli della boxe Spoleto. Un lavoro “al limite” del regolamento, infatti alla lunga è costato un richiamo ufficiale a Fury, ma è stato un punto molto ben speso.

 

Vale la pena spendere due parole sul peso di Tyson Fury, per cui apriamo un breve inciso. Dopo aver stupito il mondo battendo Klitschko, Fury entrò in fase depressiva (è affetto da disturbo bipolere). Prese tantissimo peso, 63 kg. Persi per preparare il rientro e la prima sfida con Wilder. SESSANTATRE kg. Per quanto la perdita di peso e la preparazione atletica possano essere stati ben gestiti, sicuramente l’irlandese aveva perso anche massa muscolare, e di conseguenza forza. Nei 15 mesi fra la prima e la seconda sfida con Wilder, Fury ha preso circa 7 kg, e a guardarlo non ci sono dubbi sul fatto che li ha presi di massa magra. I suoi colpi erano nettamente più forti. Wilder potrà testimoniarlo. Il peso si può perdere velocemente, si può anche tagliare, ma costruire muscoli e forza, oltretutto su un uomo che ha passato i 30 anni, richiede tempo.

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l’incredibile trasformazione di Tyson Fury

 

Come dicevamo, una della chiavi del match è stata il destro di Fury. Proprio un gancio destro ha causato il primo knockdown. Un colpo contestato da Wilder e dal suo angolo, che lamentavano un colpo alla nuca, ma così non era. Il colpo arriva parzialmente sull’orecchio, scuotendo il pugile di colore e aprendo una ferita. Inoltre, il colpo arriva parzialmente dietro l’orecchio, ma questo a causa del fatto che Wilder si stava girando. La traiettoria del colpo era regolare, quindi giusto il conteggio, atterramento legittimo. kd1

Il colpo lascia un segno indelebile sulle gambe di Wilder. Le sue gambe non saranno più le stesse e non riuscirà a rientrare nel match, che man mano si trasforma in un assolo di Fury, che inizia a lavorare anche al corpo. Il secondo atterramento arriva su un perfetto gancio sinistro al fegato. kd2

Wilder si rialza, ma appare in chiara difficoltà. Regge l’assalto finale di Fury e arriva alla fine del round, ma non appare nè lucido nè stabile sulle gambe. A nostro parere sbaglia l’angolo a rimandarlo dentro per il settimo. Settimo round che è solo una punizione inutile, conclusasi con l’angolo di Deontay che getta la spugna con Wilder passivo alle corde che subisce un tremendo destro alla milza.

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il destro alla milza e l’asciugamano che vola

 

Protesta il campione, giustamente il pugile è l’ultimo a rendersi conto di non essere in grado di controllare. Ci sono l’adrenalina, l’orgoglio, la voglia di non arrendersi mai. E’ per questo che sono altri ad essere responsabili della salute del pugile. Ovvero l’arbitro, il medico e l’angolo. Un buon allenatore è uno che preferisce fare arrabbiare il suo pugile, farsi licenziare, piuttosto che dover spiegare ai familiari perchè il pugile ha subìto danni permanenti o peggio.

Festeggia meritatamente l’imbattuto Fury, che ha sconfitto i propri démoni, tornando all’apice della forma, e ha sconfitto l’uomo forse più temuto nel panorama della boxe odierna, sicuramente quello con il pugno più pesante. Il campione lineare è tornato, ed oggi è a lui che bisogna guardare quando si cerca il miglior peso massimo del mondo.

Nei prossimi giorni sapremo cosa riserva il futuro, se la triolgia con Wilder o l’unificazione con Joshua. Fury è favorito in entrambi i casi, aspettiamo con ansia di rivedere il re in azione.

 

 

 

 

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