Il nostro Dino Fuoco intervista uno dei migliori atleti italiani dell’arte suave.
Alberto Buriasco è una cintura nera, promossa nel dicembre scorso. Un ragazzo che rappresenta lo
YEL Training, squadra che gestisce, assieme ad un’altra cintura nera, Reald Turja.
Sono molte le aspettative e la curiosità attorno a questo atleta, per la grinta e determinazione che ha dimostrato durante tutta la sua carriera sportiva.
Ne è venuta fuori una chiacchierata molto interessante, con ottimi spunti.
MMA ARENA: Si suol dire che una cintura nera è una bianca che non ha mai mollato. Se ti
dicessimo che è da nera che si fanno i conti, sul serio?
BURIASCO: Se parliamo di professionismo sono pienamente d’accordo, i risultati da cintura nera sono gli unici che contano davvero. Io sento di poter competere a questo livello e non vedo l’ora di dimostrare di essere parte di questa elite di lottatori. D’altra parte non vorrei demoralizzare nessuno. Ci sono tanti lottatori che stanno crescendo in Italia ed è
importante che sappiano che ogni piccola vittoria, ogni sconfitta, ogni sacrificio sono importanti. Rappresentano degli step obbligatori per arrivare al professionismo.
Ero una cintura blu che aveva vinto una gara provinciale quando sono andato da Luca ad imparare
per la prima volta. 6 anni dopo è stato emozionante competere contro di lui. L’unico discriminante tra chi cresce e chi si arrende è la tenacia.
MMA ARENA: Ti dividi tra lavoro e palestra. Quanto è difficile conciliare vita di ogni giorno e
preparazione?
BURIASCO: Mi hanno sempre detto che avrei dovuto scegliere una cosa sola da fare. Mi hanno sempre detto che non avrei potuto fare ingegneria e diventare un atleta. Poi mi hanno detto che con il lavoro avrei smesso di allenarmi 18/24 ore a settimana. Io ho sempre dimostrato che si sbagliavano tutti. Facile è morto.
Esistono l’impegno e la capacità di organizzarsi.
MMA ARENA: Come gestisci le tue sessioni di allenamento, tra parte fisica e Jiu Jitsu?
BURIASCO: Fino a prima della Copa Podio (cintura marrone) ho sempre “trascurato” una
programmazione della preparazione fisica, concentrandomi principalmente sul Jiu Jitsu. E se tornassi indietro farei ancora più Jiu Jitsu che pesi. La preparazione fisica si acquisisce relativamente in tempi brevi e si perde in tempi brevissimi. Il Jiu Jitsu invece è qualcosa
che resta tuo per sempre. Per questo ho sempre dato precedenza alla lotta. Quando ho preparato il mondiale 2019 da marrone peró ho dato una svolta alla mia preparazione, con il supporto di Alessio Miceli, preparatore e lottatore di altissimo livello. Da li in poi ho mantenuto la sua programmazione della preparazione fisica e non salto mai una sessione,
anche se le odio a morte.
MMA ARENA: Hai esordito da cintura nera nello scorso week end , affrontando Luca Anacoreta. Lotta dura e persa per 2-0. Luca è un esempio ed un traino per il movimento italiano e l’atleta più vincente di sempre. E’ l’inizio di una “saga” che vi vedrà spesso opposti?
BURIASCO: Spero di si. Le sfide come questa mi danno una carica incredibile. Luca è un amico e in
parte anche un maestro. Ha influenzato tanto il mio Jiu Jitsu: basti pensare che il triangolo
inverso che uso sempre da kimura control me lo ha insegnato lui quando ero cintura viola.
Ma se lui conosce il mio gioco, anche io conosco il suo, ci siamo allenati spesso insieme.
Ero molto teso e non sono soddisfatto della mia prova. Ho perso 2-0 ed è stata una lotta
molto chiusa e tattica. La prossima volta dovrò portare in gara qualcosa di nuovo per
riuscire a coglierlo di sorpresa.
MMA ARENA: Mentre si lotta si ha la percezione del proprio avversario. Della sua pericolosità, della
sua tecnica e della sua forza e si può comprendere se riusciremo a metterlo in difficoltà.
Sulla base di quanto hai vissuto, affrontando Luca, vedi vicino il giorno in cui riuscirai a
batterlo?
BURIASCO: Ogni volta che lottiamo sento il gap ridursi, però ha tantissima esperienza in più di me in
gara e quella pesa tantissimo. Non so se è quando ci riuscirò ma darò tutto per riuscire a
vincere la nostra prossima lotta.
MMA ARENA: Dimmi due cinture nere italiane che vorresti affrontare
BURIASCO: Sicuramente Stefan Croitoru, anche se è un mio sparring abituale, visto che ci
alleniamo frequentemente assieme e Ghenadie Popa
MMA ARENA: Tre giovani italiani promettenti
BURIASCO: Mi piacciono molto i fratelli Poletti de L’Accademia. Sono giovani, gareggiano sempre,
sono dinamici e grintosi. Glielo leggi negli occhi che vogliono lottare.
E Nicola Castellano, che vedo andare come un treno. Anche lui studia e lavora.
MMA ARENA: La più grande rinuncia per fare Jiu Jitsu
BURIASCO: Negli ultimi 6 anni non ho mai fatto una vacanza che non fosse legata ad una gara o ad
un camp di allenamento. Non la vivo come una rinuncia perché non mi pesa, ma sono
consapevole che la normalità sia un’altra.
MMA ARENA: Una giornata tipo in preparazione di una competizione importante
BURIASCO: Durante la settimana il mio programma è sempre lo stesso. Sveglia alle 7:30, lavoro
dalle 8:15 alle 17:30 circa, alle 18:00 entro in palestra e esco alle 21:30/22. Nel fine settimana sia sabato che domenica posso arrivare a fare tre sessioni di allenamento al giorno. Ad esempio sabato mattina bjj drills, primo pomeriggio sparring, poi preparazione.
Comunque dipende dal periodo di carico degli allenamenti. Ovviamente l’ultima settimana è diversa, più leggera, con meno pesi.
A volte mi è capitato di pensare “cazzo non ho mai un giorno libero, ieri lavoravo e oggi devo gareggiare “, ora però la vivo con maggiore serenità e penso “che bello oggi sono in
ferie, posso andare a gareggiare”. Sembra stupido ma fa una grande differenza per il mio approccio. Si tratta di subire lo stress nel primo approccio e di godersi l’opportunità nel
secondo.
MMA ARENA: Scegli tra Jiu Jitsu e lavoro
BURIASCO: Jiu Jitsu, senza ombra di dubbio
MMA ARENA: Un sassolino nella scarpa?
BURIASCO: Voglio affrontare di nuovo Tarik Hopstock e batterlo!
MMA ARENA: Ti sei fatto più amici o nemici dopo questa intervista?
BURIASCO: Te lo dirò alla prossima gara
MMA ARENA: Per concludere…
BURIASCO: Ti ringrazio per avermi fatto queste domande. Spero che in Italia ci sia qualche altro
signor nessuno come me, che leggendo potrà capire di poter raggiungere il Jiu Jitsu
“professionistico”, anche lavorando, studiando