I fan hardcore e di lunga data si ricorderanno di Paul Varelans, nome noto fin dai primi giorni di UFC. Purtroppo sabato, all’età di 51 anni, Varelans è morto, dopo essere stato contagiato dal COVID-19. Kim Watson, la sua fidanzata, con cui conviveva, l’ha confermato a ESPN.
Watson ha raccontato che Varelans era stato ricoverato a dicembre all’Emory University Hospital Midtown di Atlanta con il coronavirus e successivamente era stato messo in coma farmacologico. Venerdì è stato detto a parenti e amici che Varelans non aveva molto tempo. Il giorno dopo, la notizia della sua morte è circolata su Facebook.
Varelans era conosciuto per le sue dimensioni – era alto quasi 2 metri e 10 e pesava intorno ai 140 kg – e per la sua natura amabile. Era stato soprannominato “The Polar Bear” e la sua statura è stata una delle ragioni per cui UFC decise di ridisegnare la sua gabbia originaria per renderla più grande e con una recinzione più alta.
Nel luglio del 1995, a UFC 6 Varelans debuttò nelle MMA pro, battendo Cal Worsham con un gomito nei quarti di finale del torneo, prima di essere eliminato da Tank Abbott. Meno di due mesi dopo, Varelans tornò a UFC 7, battendo Gerry Harris e Mark Hall e raggiungendo così le finali del torneo, in cui perse contro Marco Ruas, nel primo incontro in UFC che fu fermato per dei leg kicks.
La carriera professionistica di Varelans durò solo due anni e mezzo, dal 1995 al 1998. In questo periodo combattè ben 18 volte, ritirandosi con un record di 9-9. I primi passi nelle MMA li mosse in paesi come Brasile, Giappone, Ucraina e Paesi Bassi per competere. Nel 1996, Varelans fece alcune apparizioni per ECW, una promozione di wrestling professionistica che all’epoca era un culto.
Piaceva a tutti. Se chiedi alle persone che lo conoscevano dal wrestling e dalle MMA, tutti dicono che era un ragazzo molto simpatico. Era un gigante gentile. Il mio ricordo di lui era che era un gentiluomo con cui fare affari.
Art Davie, co-creatore di UFC