La settimana scorsa avevamo annunciato sui nostri social il ritorno di Gianluca “Django” Rocca, peso leggero imbattuto (6-0) che ha recentemente firmato un contratto con Combate, promotion molto seguita in America, soprattutto dall’audience latina.
L’1 agosto Rocca sarà uno dei 4 atleti impegnati in un mini torneo fra pesi leggeri, che vedrà in palio il posto nel torneo a 8, tutto in una notte, con 100.000 di dollari in palio. L’avversario di Gianluca sarà il francese Maxime Giacalone (5-5). Nell’altro incontro del mini torneo si sfideranno lo spagnolo Sebastian Santana Guedes (8-3-1) e l’irlandese Pa Lehane, al debutto fra i professionisti.
Per questa occasione, abbiamo dunque contattato Gianluca, che per chi non lo conoscesse è un ragazzo di 27 anni che vive e si allena a Rimini. Professionista dal 2017, ha combattuto, tra le altre promotion, in Venator e Italian Cage Fighting.
MMA ARENA: Ciao Gianluca, complimenti ancora per questo importante match che si avvicina. Dove ti trovi e dove sei diretto?
In questo momento io e il mio allenatore, Andrea Carpi, siamo nell’aeroporto di Madrid, per aspettare il volo che ci porterà in Messico, perché per volere della promotion dobbiamo stare per due settimane in Messico, per fare una sorta di quarantena, dove comunque siamo liberi di allenarci. Poi il 28 luglio arriviamo a Miami.
MMA ARENA: Che effetto fa ottenere questa grande occasione internazionale?
Questa chance, arrivata in questo momento, dopo la pandemia, un match saltato e la preparazione fatta a vuoto, è ancora più bella. Per me è già un traguardo bellissimo, che ripaga mille sacrifici, ma vuole essere anche un trampolino di lancio. Era impossibile dire di no.
MMA ARENA: Come molti tuoi colleghi italiani, torni dopo un lungo periodo di pausa, quasi due anni, quanto hanno influito sulla tua preparazione?
Alla fine penso che questi due anni abbiano influito anche positivamente. Ovviamente è stato difficile e doloroso stare fuori dai combattimenti, poi ho avuto match saltati, tra cui l’ultimo una settimana prima per il Covid, quindi sono state situazioni difficili. Però in questi anni ho avuto modo di poter sempre continuare ad allenarmi e di sistemare alcune cose su cui dovevo migliorare. Quindi, se devo fare un bilancio, è positivo.
Per quanto riguarda la preparazione riguardo questo match, mi piace dire che sono in preparazione da due anni: se ci fosse stata l’occasione avrei combattuto anche domani.
MMA ARENA: Hai avuto modo di studiare o di scoprire qualcosa sul tuo avversario?
In realtà conoscevo i nomi dei tre avversari, ma ho saputo solo ieri [13 luglio] quale avrei affrontato in semifinale. Il destino ha voluto che a livello di caratteristiche fosse [il tipo di] avversario che negli allenamenti studiavamo di più, perché con gli altri avevamo già un gioco impostato che sarebbe potuto andare bene, mentre per lui, nonostante sia arrivata solo ieri la notizia, già ci stavamo preparando. Continueremo a studiarlo in queste due settimane, continueremo a prepararci, abbiamo un paio di strategie tra cui scegliere. Penso che sia tutto nelle mie mani, se non faccio errori si può portare a casa.
MMA ARENA: Al di là dell’importanza e del palcoscenico di questo incontro, pensi che questo sia l’avversario più pericoloso che hai incontrato finora?
A parte il mio ultimo match, nella mia storia credo di essere sempre partito come sfavorito, quindi non sono tanto abituato a guardare l’avversario, quanto me stesso. So che, se non sbaglio e faccio quello che devo fare, a questi livelli me la posso giocare con tutti. Io cambio completamente: quando entro in gabbia mi sento una persona e un’atleta diverso dal resto della mia vita, quindi mi fido molto delle mie capacità. Una persona a me vicina mi ha mandato un messaggio che mi ha fatto commuovere, dicendomi che non è da tutti fare questi sport e andare a prendere pugni in faccia con il sorriso, e a me lui il sorriso lo vede sempre, a differenza di tanti altri.
MMA ARENA: A differenza di molti fighter italiani, non ti alleni a Milano, Roma o in un’altra grande città. Cosa rende speciale la palestra Pride di Rimini?
In realtà noi siamo a Santarcangelo, che è ancora più piccola. Questo però ti fa capire che la città può essere piccola quanto vuoi, ma in realtà il bacino è molto più ampio. Andrea, il mio allenatore, è all’avanguardia: ha fatto anni ad allenarsi in America, Tailandia, Giappone, Brasile. Il suo metodo di allenamento è avanti perché è basato più sulla mentalità della tecnica che sulla tecnica in sé. La parte lottatoria la faccio con Manuel Pilato, uno dei grappler migliori d’Europa. Per la lotta libera vado ad allenarmi a Imola, con Simone Baldi e Andrea Minguzzi, medaglia d’oro olimpica a Pechino 2008. Nel pugilato mi segue Matteo Scialdone, che è stato a fare lo stage nella palestra di Mayweather e in altre importanti palestre americane. Vado anche spesso a Cervia ad allenarmi con Leonardo Zecchi, ex campione Venator. Quindi, come vedi, il bacino è ampio e riesco a fare tutto con gente veramente brava. Magari manca qualche sparring partner, ma in questo periodo non ne abbiamo sentito la mancanza, perché abbiamo deciso di lavorare in modo diverso. Non penso che [come palestra] siamo meglio o peggio di altri, io sono per la collaborazione totale tra tutte le palestre d’Italia, però sicuramente stiamo facendo il meglio che possiamo fare con quello che abbiamo.
Ringraziamo Gianluca per la disponibilità che ci ha mostrato durante il viaggio per il suo prossimo incontro dall’altra parte del mondo. Forza Django, l’1 agosto siamo tutti con te!